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Cronaca Santa Lucia e Golosine / Via Sommacampagna

Disabilità, Centri Diurni Veronesi a rischio a causa dell'aumento dei costi

Inapplicate le rette standard, Verona si mobilita al fianco delle persone disabili perché queste realtà non chiudano sotto il peso delle difficoltà economiche, mettendo in difficoltà numerose famiglie

Non era mai accaduto a Verona: i Sindaci Presidenti delle Conferenze in rappresentanza di 98 Comuni per più di 900 mila cittadini, Federsolidarietà di Confcooperative Verona, Legacoop, la Fish in rappresentanza delle associazioni di tutela delle persone con disabilità e loro famiglie, l’Associazione Diocesana delle Opere Assistenziali (con più di 25 mila utenti solo in provincia di Verona), intorno allo stesso tavolo per riportare alla priorità dell’agenda politica le persone che soffrono di disabilità fisiche e psichiche inserite nei centri diurni Veronesi. Un’unione di intenti per garantire sostenibilità economica ai Centri Diurni.

Il senso di responsabilità degli enti, importanti azioni riorganizzative e investimenti combinati ad alcuni interventi di alcune amministrazioni illuminate, hanno fatto sì che, negli ultimi dieci anni, fossero sempre e comunque garantiti qualità, efficienza e rispetto degli standard imposti dalla LR nr. 22/2002; la situazione però ormai è diventata insostenibile per i Centri Diurni Veronesi.

In questo arco di tempo ci sono stati ben due aumenti contrattuali del CCNL, aumenti delle utenze e dell’aliquota iva (passata dal 4% al 5%) le cui ricadute sono state a carico dei gestori dei servizi. Col nuovo anno si avrà un ulteriore rinnovo contrattuale, ma in questa situazione, se non si produrrà un cambiamento, molte realtà potrebbero essere costrette a chiudere, con conseguenze gravissime sui servizi alle persone con disabilità della provincia di Verona e quindi sulle loro famiglie.

Ogni giorno, grazie anche al servizio di trasporto garantito andata/ritorno, circa 1100 persone arrivano ai centri diurni veronesi, che ormai vivono una situazione di estrema difficoltà in ragione della mancata applicazione della DGR Veneto 740/2015, la cui ultima promessa di applicazione era stata indicata al 31 dicembre 2016. L’incertezza regna sovrana e nel frattempo i gestori dei Centri diurni per persone con disabilità annaspano alle prese con difficoltà economiche che rischiano di schiacciarli. Si è raggiunta la consapevolezza che la combinazione tra gli standard imposti dalla normativa e l’inadeguatezza delle rette percepite per la gestione dei servizi Veronesi rivolti agli utenti con disabilità è un problema che si aggrava di giorno in giorno.

La Regione ha riconosciuto che i costi sostenuti dagli enti accreditati del terzo settore sono determinati per il 75% dai costi del personale (compreso trasporto) e per il restante 25 % dai costi per i servizi generali (come affitto, pasti, utenze e prestazioni aggiuntive).

Un primo studio congiunto effettuato da Federsolidarietà Verona, Legacoop Veneto, Centro Don Calabria, sull’ipotesi di stima indicativa, ha rilevato un aumento di spesa di circa 6 milioni di Euro/Anno, per la sola Provincia di Verona. Il dato così espresso indica la Provincia di Verona quale territorio con rette particolarmente basse rispetto la previsione Regionale.

Resta incomprensibile il motivo per cui a Verona non si riesca a riconoscere il giusto corrispettivo, così come avviene altrove. La richiesta improcrastinabile è quella di un confronto, a cui le ULSS e le Conferenze dei Sindaci sono disponibili.

La richiesta è quella di un confronto concreto, con tempi certi, affinché si giunga con urgenza a riconoscere il giusto corrispettivo per i servizi alle persone con disabilità, alle loro famiglie e alle strutture che se ne prendono cura con professionalità e competenza quotidianamente. La preoccupazione dei gestori e delle associazioni di famigliari è che alla lunga ne risenta la qualità del servizio.

Ritenendo di aver finora assolto con senso di responsabilità i nostri compiti e la nostra missione, gli addetti ai lavori rinnovano l’invito a chi svolge il servizio di Amministratore Pubblico affinché senta come un dovere prioritario mettere nelle condizioni il privato sociale che si occupa di disabilità di svolgere il proprio compito con dignità e professionalità, senza ridurre la qualità raggiunta in anni di esperienza e impegno.

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