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Cronaca Veronetta

«Un raid squadrista». La Digos indaga su quanto avvenuto a Veronetta

Parole di condanna sono arrivate da Verona e Sinistra in Comune, oltre che da Assemblea 17 dicembre, mentre dalla Questura fanno sapere che l'attività investigativa è partita per ricostruire quanto successo in piazza Santa Toscana

Stanno proseguendo le indagini della Questura di Verona su quanto avvenuto a Veronetta nella serata del 2 dicembre tra militanti di estrema destra e alcuni individui della galassia antagonista. Fatti che hanno portato all'arresto di un 19enne di Cesena che farebbe parte del primo gruppo e che hanno portato a parole di condanna da parte di Verona e Sinistra in Comune, gruppo guidato da Michele Bertucco, che lo ha definito un «un vero e proprio “raid” squadrista», che sarebbe collegato ad una «vera e propria escalation di violenza neofascista» che sarebbe stata ravvisata nel quartiere da alcuni mesi dopo l'apertura delle sedi di Casapound e Forza Nuova.

«Apprendiamo dagli organi di stampa locali che nella serata di mercoledì 2 dicembre si è verificata in Veronetta l’ennesima aggressione riconducibile agli ambienti dell’estrema destra - dice la nota diffusa da Bertucco -. Secondo diverse testimonianze, infatti, un gruppo di circa 30 giovani con il volto coperto ed armati di mazze e bastoni si dirigeva verso Porta Vescovo per quella che, a tutti gli effetti, sembra un vero e proprio “raid” squadrista. La ‘caccia al diverso’ tristemente nota a Verona per i molteplici episodi di cronaca nera degli anni passati.
Anche se la nota della Questura rimane molto sul vago circa le responsabilità dell’aggressione (le indagini della DIGOS sono comunque ancora in corso, anche se un 19enne di Cesena è stato arrestato), il ritrovamento da parte degli inquirenti di alcuni adesivi di Blocco Studentesco (organizzazione giovanile del movimento neofascista CasaPound) unitamente a tubi di ferro e bastoni nella vicina via Mazza, dove CasaPound ha la sede, lascia poco spazio all’immaginazione.
Non si tratta certo dell’unico episodio. Anzi. Quella a cui si assiste da alcuni mesi a questa parte è una vera e propria escalation di violenza neofascista. E tutto è iniziato, in Veronetta, con l’apertura delle sedi neofasciste (CasaPound in via Mazza e Forza Nuova in via S. Nazaro).
Chi si rifà alle vergognose gesta del ventennio ed usa la violenza al posto della dialettica, chi incita all’odio ed alla violenza contro il diverso (e spesso, com’è successo l’altra sera, la pratica pure) non dovrebbe avere legittimità alcuna alcuna a Verona. Invece troppo spesso vediamo il contrario.
Alle ultime elezioni regionali, per esempio, CasaPound ha sostenuto la candidatura di Massimo Mariotti (Fratelli d’Italia), da decenni personaggio apicale della destra cittadina (ex assessore nonché presidente e consigliere di molti enti partecipati: Consorzio ZAI, ATER, VeronaMercato, Acque Veronesi, SERIT). Mariotti del sostegno del partito neofascista sarà stato particolarmente orgoglioso, visto che si tratta dello stesso Mariotti che, lo scorso 2 Giugno Festa della Repubblica, pubblicò su FaceBook un post per esaltare la Repubblica Sociale Italiana, a suo dire “l’unica vera Repubblica”.
Crediamo che i rapporti, per così dire, di vicinanza tra Fratelli d’Italia (e quindi l’amministrazione comunale di Verona) ed organizzazioni neofasciste come CasaPound e Blocco Studentesco rappresentino un nesso causale evidente con gli episodi di violenza come quello dello scorso 2 Dicembre.
Se il Sindaco ne ha facoltà (se non fosse cioè politicamente ostaggio di questi gruppi di violenti) recida immediatamente questi rapporti pericolosi. E se non ne ha facoltà ne prenda atto e si dimetta.
A Verona, lo diciamo da anni, molte cose devono cambiare. Una delle più importanti è che i gruppi neofascisti non devono più trovare legittimità e supporto dalle istituzioni». 

Parole a cui fanno ecco quella della nota diffusa da Assemblea 17 Dicembre, Circolo Pink LGBTQE Verona, Potere al Popolo Verona, Infospazio 161, Palestra Popolare Jacovacci, Comitato Verona Pride e Laboratorio Autogestito Paratodos.

«Abbiamo appreso dai media locali che mercoledì 2 dicembre alcuni giovani sono stati vittima di un’aggressione squadrista mentre stazionavano in Piazza Santa Toscana. Innanzitutto desideriamo esprimere loro la nostra solidarietà.
Non si tratta certo di un fatto isolato, ma, al contrario, questa vicenda rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di atti violenti posti in essere dai militanti del movimento (da questa estate tornato ad essere tale anziché partito, forse per evitare di incappare nella norma costituzionale che vieta la ricostituzione del partito fascista, in merito al processo di Bari), neofascista di Casa Pound, che ha la sua sede, “Il Mastino”, in via Nicola Mazza 61, nel quartiere di Veronetta. Gli appartenenti al gruppo di estrema destra, da quando si sono insediati nel rione, promuovono vere e proprie ronde intimidatorie, che spesso sfociano in atti violenti.
Quello che è accaduto mercoledì ne è l’ennesima riprova, e il tentativo di derubricare l’aggressione in rissa va denunciato fortemente. Abbiamo visto sui media locali le foto dei bastoni e delle mazze sequestrate ai militanti di Casa Pound, e le stesse forze dell’ordine, intervenute perché allertate da cittadini che avevano notato il gruppo che si dirigeva verso piazza Santa Toscana con i bastoni, non hanno potuto fare a meno di scrivere nel loro comunicato di aver visto quel gruppo scagliarsi contro le persone presenti nella piazza lanciando bottiglie ed altri oggetti.
Il significato delle parole è grande, come grande è la differenza tra “rissa” e “aggressione”. Non basta certo l’identificazione di quattro ragazzi, che tra l’altro hanno dichiarato di essere stati aggrediti e che non sono accusati di nulla, per cambiare il senso delle parole al fine di proporre la narrazione del “chi ha aggredito chi”!
I fatti, insomma, sono chiari e cristalizzati e il tentativo di ricondurre tutto ad una rissa tra opposte fazioni, tra fascisti e antifascisti, va totalmente rigettato, in quanto le persone si incontrano nelle piazze al di là dell’appartenenza politica e, nel rispetto delle norme sanitarie, hanno tutto il diritto di farlo. È quindi evidente che un’aggressione violenta condotta con mazze, bastoni e lancio di oggetti contundenti non è in alcun modo giustificabile e non permette lo “spalmare” le responsabilità in modo equivalente
Veronetta è un quartiere vivo, articolato e che si sforza, anche grazie alla presenza delle numerose realtà sociali e culturali, di trasformare le differenze dei suoi abitanti in ricchezza attraverso la costruzione di percorsi propositivi. Gli intrusi sono proprio i militanti dell’estrema destra, quelli di Casa Pound quanto quelli di Forza Nuova, che invece si pongono come obiettivo quello di azzerare tutto questo sostituendolo con il loro “ordine” asettico e violento».

Le indagini

Su quanto sia avvenuto in piazza Santa Toscana, sta indagando la Digos, al momento impegnata nel cercare di ricostruire la dinamica e quindi chi abbia dato il via allo scontro. Secondo le forze dell'ordine l'arrivo delle Volanti della Questura, allertate dai alcuni residenti della zona che avevano notato un gruppo di giovani armati di mazze e a volto coperto, avrebbe impedito che i gruppi venissero a contatto: l'aggressione non sarebbe dunque andata oltre il lancio di oggetti e all'arrivo delle auto delle forze dell'ordine, il gruppetto che si era diretto in piazza Santa Toscana si è disperso nella zona. 
Lo scontro vero e proprio dunque sarebbe stato evitato dalle segnalazioni, mentre le indagini della Digos dovranno fare luce su chi erano i componenti e se si sia trattato di un'azione premeditata. 

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