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Cronaca Oppeano / Via Roma

Verona, defezione per protesta: Oppeano esce dall'Anci. "Nessuna tutela. Costi di adesione risparmiati"

Secondo la Giunta l'associazione dei Comuni "non garantisce più la corretta e adeguata rappresentanza delle istanze per cittadine di medie dimensioni né effettivo supporto ai processi di cambiamento delle autonomie locali"

La Giunta comunale di Oppeano ha deciso di recedere dall’iscrizione ad Anci Nazionale. Una scelta condivisa già da altri Comuni italiani che non si sentono più tutelati dall’associazione, visto che nel frattempo obiettivi e strumenti degli enti locali sono cambiati, a causa anche dei forti tagli ai finanziamenti statali e alle imposizioni del Patto di stabilità. Il recesso avverrà dal prossimo anno 2015.

“L’adesione ad Anci nazionale pare non garantire più la corretta e adeguata rappresentanza delle istanze dei Comuni di medie dimensioni come Oppeano, che ad oggi conta 9mila 800 abitanti, né effettivo supporto ai processi di cambiamento delle autonomie locali, quanto mai indispensabili, e nei rapporti tra autonomie e Stato centrale" spiega il vicesindaco di Oppeano, Alessandro Montagnoli.

Secondo quanto riportato nelle motivazioni della delibera del Comune di Oppeano, ma ciò vale anche per altri enti locali, l’Anci nazionale non esprime più da tempo alcun ruolo di incisiva proposta per garantire e migliorare il livello dei servizi di competenza dei Comuni né di seria tutela dell’autonomia dei Comuni stessi. La conseguenza, secondo gli amministratori veronesi, è che ciascun Comune dovrebbe trovare nuove forme di aggregazione per superare l’isolamento istituzionale cui è costantemente relegato dallo Stato centrale con provvedimenti di svariato contenuto e pretese riforme “federaliste”, che in realtà non contengono né elementi di vera riforma né tanto meno obiettivi di federalismo.

Inoltre è anche necessario che i costi di adesione ad Anci nazionale, non corrispondendo a voci di spesa per servizi essenziali, nel contesto attuale di incertezza del quadro economico delle risorse proprie e trasferite e di generale sofferenza dei bilanci dei Comuni, diventino oggetto di spending review. “Questo va incontro alle esigenze della cittadinanza, che deve vedersi tutelata nell’offerta di servizi essenziali ma di qualità”, commenta Montagnoli.
 

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