rotate-mobile
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Quali sono i nuovi criteri per classificare le Regioni e perché quelli vecchi non scompaiono affatto

Con il decreto-legge "riaperture anticipate" sono stati introdotti dei nuovi parametri per attribuire i colori e le relative restrizioni a ciascuna Regione. Ecco come funzioneranno le cose dal monitoraggio di venerdì 21 maggio

Con l'entrata in vigore del decreto-legge 18 maggio 2021, n. 65 sono cambiate alcune cose in materia di normativa anti Covid. Due importanti novità sono quella del nuovo orario di inizio del coprifuoco e la definizione di nuovi parametri per classificare ciascuna Regione nella rispettiva zona colorata (la bianca, la gialla, l'arancione e la rossa). Circa il primo tema, va segnalata una piccola curiosità: si è detto e scritto ovunque (noi pure, sbagliando, prima di accorgercene) che il nuovo orario del coprifuoco sarebbe iniziato mercoledì 19 maggio, in realtà era già valido da martedì 18 maggio anche se nessuno, o pochissimi, se ne sono accorti e tutti noi abbiamo probabilmente rispettato martedì le ore 22 quale orario di inizio. Il decreto-legge prevedeva infatti che «dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 6 giugno 2021, in zona gialla, i limiti orari agli spostamenti [...] hanno inizio alle ore 23». Ora, il fatto è che l'«entrata in vigore» del decreto, come segnalato in Gazzetta Ufficiale dopo la pubblicazione, è stata proprio martedì 18 maggio e non, come si è creduto, il giorno dopo.

Poco importa, si è regalata un'ora di coprifuoco in più. Quel che invece più conta sono i nuovi parametri che il decreto-legge 18 maggio 2021, n. 65 fissa per la classificazione delle Regioni. Anche in questo caso, prima di vederli nel dettaglio, va fatta una premessa: in realtà il vecchio "sistema" di classificazione non scompare, anzi resta utilizzato parallelamente a quello nuovo adottato. In sostanza da domani, venerdì 21 maggio, i monitoraggi settimanali saranno effettuati con una "doppia" modalità, secondo i criteri "vecchi" e pure secondo i "nuovi" fissati nel decreto-legge citato. Così avverrà fino al prossimo 16 giugno e, in caso di discordanze all'esito del "doppio" monitoraggio, a prevalere sarà la classificazione nello scenario di rischio più basso. In sostanza, se una Regione dovesse essere classificata tramite uno dei due sistemi in zona gialla e tramite l'altro in zona bianca, a prevalere sarà la classificazione in area bianca. È quanto parrebbe si possa evincere dalla lettura dell'Art. 13 comma 2 del decreto-legge 18 maggio 2021, n. 65, passato un po' sotto silenzio ma che ha invece una certa rilevanza:

«Fino al 16 giugno 2021 il monitoraggio dei dati epidemiologici è effettuato sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 1 del decreto-legge n. 33 del  2020 vigenti al giorno antecedente all'entrata in vigore del presente decreto, nonché delle disposizioni di cui al comma 1 del presente articolo. All'esito del monitoraggio effettuato sulla base dei due sistemi di accertamento di cui al primo periodo, ai fini dell'ordinanza di  cui  all'articolo 1 del decreto-legge n. 33 del 2020, in caso di discordanza le Regioni sono collocate nella zona corrispondente allo scenario inferiore».

Ciò chiarito, vediamo quali sono i nuovi criteri che compongono il "secondo" sistema di accertamento per la classificazione delle Regioni, introdotto proprio dal decreto-legge che, per semplicità, si potrebbe definire decreto "riaperture anticipate". Ora, con il superamento dell'importanza attribuita all'indice Rt, è evidente che proprio questo "secondo" sistema dovrebbe alla fine costituire quello in base al quale una Regione verrà probabilmente classificata con più frequenza in uno «scenario inferiore» e, dunque, sarà probabilmente proprio tale sistema a prevalere su quello "vecchio" già nei prossimi giorni. I nuovi parametri ruotano essenzialmente attorno a due elementi:

  • Il primo è la ben nota incidenza di positività settimanale calcolata ogni 100 mila abitanti.
  • Il secondo è il tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali, in area medica oppure in terapia intensiva (o in entrambe).

Vediamo ora nel dettaglio quando una Regione potrà essere classificata in una o nell'altra delle quattro zone "colorate", dalla bianca alla rossa, a partire dal monitoraggio di domani, venerdì 21 maggio.

La zona bianca

È il "sogno" recondito di molti ed il Veneto punta ad entrare in tale zona dal prossimo 7 giugno. Per farlo avrà bisogno di dati epidemiologici compatibili col seguente quadro:

  • «"Zona bianca": le Regioni nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive».

La zona gialla

La classificazione in area gialla è un po' più articolata e risponderà ai seguenti fattori:

«"Zona   gialla": le Regioni nei cui territori alternativamente:

1) L'incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi ogni 100.000 abitanti;

2) L'incidenza settimanale dei casi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verifica una  delle due seguenti condizioni:

  • 2.1) il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti COVID-19 è uguale o inferiore al 30 per cento;
  • 2.2) il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti COVID-19 è uguale o inferiore al 20 per cento».

La zona arancione

La classificazione in zona arancione avviene nel seguente caso:

«"Zona arancione": le Regioni nei cui territori l'incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, salvo che ricorrano le condizioni indicate nelle lettere b) [cioè quelle della zona gialla] e d) [cioè quelle della zona rossa] del presente comma».

La zona rossa

La determinazione della zona rossa si presenta nuovamente come piuttosto articolata. Eccola di seguito:

«"Zona rossa": le Regioni nei cui territori alternativamente:

1) L'incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti;

2) L'incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 150 e inferiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti e si verificano entrambe le seguenti condizioni:

  • 2.1) Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti COVID-19 è superiore al 40 per cento;
  • 2.2) Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti COVID-19 è superiore al 30 per cento».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Quali sono i nuovi criteri per classificare le Regioni e perché quelli vecchi non scompaiono affatto

VeronaSera è in caricamento