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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Psichedelico e spettacolare, David Gilmour ha incantato un'altra volta

Il chitarrista dei Pink Floyd, dopo la data del 10 luglio, ha regalato al suo pubblico un altro concerto memorabile la sera seguente, tra brani di recente produzione e il ricordo di Syd Barrett e Richard Wright

Nella seconda serata in Arena, che ha messo fine alle tappe italiane del suo tour, David Gilmour ha un po' rimescolato le carte rispetto al 10 luglio, ottenendo comunque lo stesso risultato: una performace incredibile, che ha lasciato senza fiato il pubblico accorso all'anfiteatro romano nella serata di lunedì. 
Il concerto è stato aperto dalle prime, soavi, note di 5 A.M., che hanno poi lasciato posto al ritmo più incalzante di Rattle That Lock e alle melodie di Faces of Stone. Lo scrigno del repertorio dei Pink Floyd è stato poi scoperchiato dall'elettrica What Do You Want From Me, un estratto di The Division Bell, seguita poi dalla dolcezza di The Blue (dall'album solista On An Island). The Great Gig In The Sky, il pezzo scritto dallo scomparso Richard Wright per The Dark Side Of The Moon, ha poi riportato il pubblico nelle tipiche atmosfere Floydiane, seguito poi da un altra traccia di recente fattura, A Boat Lies Waiting, che con il suo sound soft ha aperto la strada a Wish You Were Here, accolta da un boato del pubblico che si è lasciato commuovere da suo messaggio d'amore, prima di saltare in piedi sulle note di Money. In Any Tongue, con il suo testo e le sue immagini antimilitaristi, e l'epica High Hopes, hanno chiuso una prima parte che aveva già raccolto il favore degli spettatori. 

Dopo la pausa, al posto One Of These Days della sera precedente, è arrivato il doppio omaggio all'amico Syd Barrett: psichedelica e allucinata, Astronomy Domine ha preso per mano gli spettatori portandoli a visitare spazi sconosciuti. Poi Shin On You Crazy Diamond, con le sue derive oniriche ha celebrato la memoria dello scomparso fondatore del gruppo, in grado di segnarne il percorso in pochi mesi. Direttamente da Atom Heart Mother, è toccato poi ad Fat Old Sun mostrare un Gilmour in grande forma, che successivamente si è lanciato in Coming Back to Life, prima tornare a suoi ultimi brani da solista: On An Island, The Girl in the Yellow Dress, Today. Il finale è tutto di marca Pink Floyd. I suoni tridimensionali di Sorrow (A Momentary Laspe Of Reason) e la carica di Run Like Hell (The Wall) hanno aperto la strada ai brani di chiusura Time, Breathe (Reprise) e Confortably Numb, che tra incredibili assoli di chitarra e spettacolari giochi di luci, hanno proiettato la mente dei presenti in un'altra dimensione. Brividi finali che hanno portato ad una lunga standing ovation, per uno dei più grandi musicisti che si siano mai visti. 


 

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