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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Stadio / Piazzale Olimpia

Scontri per Hellas - Napoli. Daspo e denunce per ultras veronesi e laziali

Sono 25 le persone identificate dalla Digos dopo i tafferugli avvenuti in occasione della partita disputata il 19 agosto allo stadio Bentegodi. Per gli investigatori inoltre si trattava di azioni pianificate a tavolino

Si sono concluse con una pioggia di Daspo le indagini avviate dalla Polizia di Stato, in seguito ai disordini avvenuti il 19 agosto prima della partita Hellas Verona - Napoli, prima giornata del campionato di calcio di Serie A. In tutto sono stati identificati e denunciati 23 ultras gialloblu e 2 laziali, ritenuti a vario titolo responsabili dei tafferugli. 
L'attività investigativa, condotta dall'ufficio Digos - Squadra Tifoseria, sono state particolarmente lunghe e articolate, prevendendo la visione di ore ed ore di filmati fatti presso lo stadio Bentegodi in occasione del match: passando in esame ogni fotogramma delle immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza, le forze dell'ordine sono così riuscite a dare un nome ed un volto ai facinorosi che, a vario titolo e in concorso con altro dovranno rispondere di numerosi reati quali resistenza, violenza e lesioni pluriaggravate a pubblico ufficiale, lancio, utilizzo e possesso di oggetti contundenti e travisamento in luogo pubblico.
Questi hanno un'età compresa tra i 17 e i 42 anni. Tra loro infatti solo due risultano essere sulla quarantina, mentre, oltre all'unico minorenne, gli altri risultanno essere ragazzi di età compresa tra i 18 e i 22 anni, quasi tutti provenienti dalla provincia (Cerea, Roncà, Badia Calavena, Montecchia di Crosara, Bosco Chiesanuova), a parte 3 individui che risiedono all'interno delle mura cittadine: 4 di questi si sono rivelati essere studenti, a differenza degli altri che risultano essere impiegati come operai presso fabbriche o aziende agricole. 
Fra costoro 12 annoverano sul proprio conto eterogenei precedenti penali, chi per reati contro la persona, chi per quelli contro il patrimonio, chi per uso di sostanze stupefacenti e chi per reati commessi durante manifestazioni sportive. Ben otto di loro inoltre erano già stati sottoposti a Daspo.

PARTITA A RISCHIO - Già nei giorni precedenti, sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, alla partita era stato attribuito un indice di rischio elevato: oltre alla nota rivalità tra le due tifoserie infatti, a preoccupare le forze di polizia c'era anche la chiusura al pubblico della Curva Sud in seguito alla decisione della Corte Federale d’Appello che aveva sanzionato la società veronese per “Cori razzisti all’indirizzo di due giocatori di colore del Vicenza Calcio, durante la partita Hellas Verona - Vicenza disputata il 1° maggio 2017”. In questo modo infatti gli ultras non potevano radunarsi nel settore a loro dedicato, rendendo così più difficoltosa la loro localizzazione. 
Inoltre anche alcune informazioni raccolte dall'ufficio della Digos lasciavano presagire che non sarebbe stato un sabato tranquillo: in aiuto agli "amici" veronesi infatti, sono arrivatI a Verona anche elementi delle tifoserie della Lazio, Paris Saint Germain e Kaiserslautern, gemellati con gli ultras scaligeri. Così, già nel primo pomeriggio del giorno dell'incontro, gli investigatori hanno potuto notare che drappelli composti da 10/15 persone erano già in azione per presidiare quello che viene da questi considerato, secondo una vecchia logica ultras, il "loro" territorio, ovvero la zona antistante la Curva Sud. 

I TAFFERUGLI - Alla luce di tutto questo, su disposizione del Questore di Verona, sono stati avviati dei servizi preventivi per evitare possibili scontri, come quello per accogliere le auto dei sostenitori partenopei al casello autostradale di Verona Nord, con l'obiettivo di scortarle in sicurezza fino allo stadio. Quando la colonna composta da una cinquantina di vetture è arrivata in zona però, un gruppo di 200/250 tifosi scaligeri si è portato in tutta fretta a ridosso del cavalcavia con l'intenzione di raggiungere gli avversari e fronteggiarli al loro passaggio sotto il viadotto. Il primo intervento della Polizia è avvenuto quindi in via Fra Giocondo, con i reparti di rinforzo che sono riusciti a riccaciare indietro i facinorosi, che si sono diretti poi in piazzale Olimpia, all'altezza della Curva Nord dedicata agli ospiti: per l'occasione molti di questi si sono travisati il volto e armati di bottiglie di vetro, ombrelli e bastoni, per poi lanciare cori e slogan sprezzanti nei confronti dei sostenitori campani, cercando sempre di avvicinarsi il più possibile a loro. Anche in questo caso però le forze dell'ordine, opportunamente schierate, sono riuscite a sbarrare loro la strada. 
Ma le azioni degli ultras non si sono concluse lì, con il gruppo che si è spostato di corsa in via Sogare per cercare il contatto con gli odiati avversari all’altezza del cancello posteriore del parcheggio ospiti, trovando però ancora la Polizia a bloccarli e decidendo questa volta di non fermarsi. È iniziato così un fittissimo lancio di oggetti contro le forze dell'ordine, che si sono trovate costrette a ricorrere a gas lacrimogeni e cariche di alleggerimento per disperdere i tifosi. 
Non contenti, gli ultras si sono portati di nuovo in piazzale Olimpia, fermandosi in prossimità della cosiddetta “proboscide” utilizzata dai tifosi napoletani per accedere in sicurezza all’interno dello stadio, dove è partito un altro lancio di bottiglie di vetro contro gli agenti schierati, che per la seconda volta sono stati costretti ad un intervento deciso, che alla fine ha riportato l'ordine nella zona. 
Nel corso dei tafferugli però, due poliziotti sono stato colpiti dal lancio di bottiglie, riportando lesioni giudicate poi guaribili in 10 e 8 giorni. 

SCONTRI PREMEDITATI - Le indagini condotte dalla Squadra Tifoserie della Digos scaligera hanno dimostrato come questi scontri fossero studiati a tavolino: molte delle persone denunciate infatti si erano premunite di un cambio d'abito, nel tentativo di rendere più difficoltosa la loro identificazione anche tramite i filmati. Uno di questi inoltre inoltre, già sottoposto a Daspo in passato e noto agli uffici di lungadige Galtarossa, ha tentato di rubare la telecamera ad un'operatore della Digos, che però si è accorto delle sue intenzioni ed ha evitato lo scippo. È la prima volta che un fatto del genere avviene al Bentegodi, con il tifoso che oltretutto non era neppure in possesso del biglietto della partita, cosa che ha indotto gli investigatori a pensare che la sua presenza nella zona fosse legata unicamente all'idea di partecipare a tafferugli. 
Infine uno dei tifosi laziali denunciati per aver preso parte agli scontri, il giorno seguente è stato arrestato a Roma in occasione della partita Lazio-Spal, per aver aggredito due ferraresi, “rei” di indossare sciarpe con i colori sociali della loro squadra del cuore. 

Nei confronti dei responsabili quindi il Questore di Verona, Enzo Giuseppe Mangini, ha avviato il procedimento amministrativo volto all’emissione dei provvedimenti Daspo, che inibirà l'accesso allo stadio per queste 25 persone. In particolare, 1 di loro non potrà recarsi a manifestazioni sportive per i prossimi 8 anni, 6 per 5 anni, altri 6 per 2 anni e 12 per 1 anno. 
Le persone colpite dal provvedimento dovranno recarsi presso le forze dell'ordine per l'obbligo di firma il giorno delle partite. La Polizia di Stato inoltre fa sapere che fino ad ora nessuna persona colpita da Daspo è mai stata trovata al Bentegodi, ma che i trasgressori rischiano una pena che può arrivare anche all'arresto. 

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