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Cronaca

Da Napoli per truffare le banche della citt, tre arresti

Rubavano assegni assicurativi per incassarli. Accusa di associazione per delinquere a tre ventenni

Avevano ribattezzato il loro sodalizio con il titolo di un celebre film partenopeo, “Totò, Peppino e la malafemmena” e preparato tutto in soli 10 giorni. Carte d’identità, codici fiscali e generalità false. Solo gli assegni, pronti da incassare, risultavano veri ma rubati pochi giorni prima a Roma. Li ha incastrati un solo dettaglio: l’indirizzo inesistente a Cerro Veronese riportato in tutti i documenti riprodotti. Lo scorso 31 gennaio, in manette, con l’accusa di associazione per delinquere, truffa, sostituzione di persona e documenti fasulli, sono finiti tre giovani napoletani in trasferta a Verona, Valentino Piccirillo, 22enne e Francesco Cavallo, 26, entrambi pregiudicati, più la “quota rosa” del gruppo, Veronica Dentale, 28 anni, senza precedenti.

Il loro obbiettivo erano le banche di Verona. In due giorni, il 26 e 27 gennaio, avevano attivato sette conti correnti in tre diversi istituti: Bnl, Monte dei Paschi di Siena e Cassa di risparmio del Veneto. Con i vari depositi sarebbero finiti, volta per volta, assegni per un totale di circa 60mila euro, emessi il 17 gennaio dalla Popolare di Novara con i rimborsi assicurativi per incidenti stradali. Assegni veri, che raggiungevano anche cifre da 15mila euro, trasmessi via missiva a destinatari della provincia di Roma e trafugati, dai tre, nei centri di smistamento delle poste. Partendo dai nomi riportati nei tagliandi venivano poi falsificati, a Napoli, i documenti d’identità che venivano esposti agli impiegati bancari in sede di attivazione del conto. Poi la partenza alla volta di Verona.

“Il loro modus operandi- precisa il maggiore Filippo Melchiorre del Comando dei carabinieri- si divideva in tre fasi. Nella prima si avvicinavano alla banca e attivavano i conti correnti, nella seconda depositavano gli assegni e poi, in un secondo momento, incassavano i contanti. Con queste mosse avevano già versato, in due operazioni, 11 e 15mila euro. Siamo giunti ad arrestarli grazie alla collaborazione e al sospetto di un impiegato bancario, che aveva notato, nei documenti fasulli, l’indirizzo di residenza. Una ‘via Roma’ inesistente, almeno a Cerro Veronese. La sua segnalazione all'ufficio antifrode ha poi raggiunto i carabinieri”. Il proverbiale "input" ai militari, l'aveva però fornito un caso analogo di truffa mediante assegni assicurativi, in cui, a maggio 2010, era finita in manette un'altra donna di Napoli, Maria De Magistris, di 42 anni. Da quella data erano partiti i controlli intensivi nei vari istituti di credito scaligeri.

Stavolta l'operazione dei carabinieri della stazione di San Massimo, scattata il 31 gennaio, ha portato alla filiale della Cassa di risparmio del Veneto di Corso Milano, dove si era recata la “malafemmena” per versare un ulteriore assegno di 3800 euro. Poi l’arresto dei due complici che l'aspettavano nel parcheggio e la perquisizione della loro auto. Nascosti, sotto il posacenere dell’auto, tutti i documenti, gli altri assegni da versare per un totale di circa 40mila euro, e i tesserini sanitari con il codice fiscale. L’udienza di convalida, avvenuta ieri, ha disposto per loro la permanenza in carcere. La pena eventuale parte da un minimo di sette anni.
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