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Cronaca

Crudeltà contro gli animali, sotto accusa tre cacciatori veronesi

Avevano fatto ricorso presso la cassazione, ma il verdetto di illecita cessione ed acquisizione di volatili è stato confermato, con l'aggiunta dell'accusa di inidonee condizioni di detenzione

Caccia e cacciatori tornano a far discutere nel territorio della provincia, dove sembra che l'attività venatoria sia sempre più spesso oggetto di aspre contese. Questa volta, però, a far parlare non è l'atto della caccia in sé, sport che da sempre ha molti feroci oppositori, quanto più alcuni metodi adottati da alcuni cacciatori e giudicati crudeli.

ESCHE VIVE - La corte di cassazione ha infatti rigettato il ricorso di tre persone condannate dal Tribunale di Verona per l’illecita cessione ed acquisizione di alcuni volatili per uso venatorio. Si trattava in particolare, di tordi sasselli e cesene (un’altra specie di tordo), ceduti da due degli imputati a una terza persona, ora anch’essa condannata. I primi risultavano essere cacciatori con richiamo e quindi assegnatari degli uccelli da parte della Provincia di Verona; animali, però, che non si potevano cedere. In base ai verbali delle guardie venatorie, i tordi risultavano essere detenuti in gabbie piccole, sporche, senza adeguata alimentazione ed acqua, oltre al fatto di presentare le ali insanguinate perché probabilmente sbattevano contro le grate della gabbietta. I tre si sono opposti alla sentenza di condanna di primo grado del Tribunale di Verona: la Cassazione ha sancito la violazione del secondo comma dell’art. 727 del Codice penale (inidonee condizioni di detenzione). Per chi aveva acquisito gli uccelli è stata confermata l’ammenda di 3.500 euro. Per i due cacciatori che avevano ceduto gli animali, invece, l’ammenda è di 1.500 e 1.000 euro.

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