«Nel Veronese criminalità organizzata non belligerante, ma attiva in ambito economico-finanziario»
Intimidazioni, incendi e reati spia. La presenza della criminalità organizzata italiana e straniera descritta dal comandante provinciale dei carabinieri di Verona Pietro Carrozza
«Le ultime attività investigative condotte sul territorio veronese hanno dato evidenza di una forte presenza della 'ndrangheta, quindi della criminalità organizzata di origine calabrese. Ciò non esclude la presenza di altre strutture come Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita. Il territorio si caratterizza per una presenza che non è belligerante e militare, ma si sostanzia più sotto il profilo economico-finanziario, non dimenticando però l’esercizio del metodo mafioso. Infatti, le sentenze della Corte di Cassazione hanno, tra l’altro, stabilito che il metodo si basa sul non dire, sull'intuire e sul lasciato percepire». È stato il comandante provinciale dei carabinieri di Verona Pietro Carrozza a dipingere in questo modo il territorio scaligero, rispondendo alla domanda su quale fosse la principale organizzazione mafiosa attualmente operante nel Veronese.
Il comandante ha partecipato ad un seminario promosso dalla Camera di Commercio di Verona, in collaborazione con Avviso Pubblico, in cui ha parlato di alcuni casi di intimidazione ad imprenditori agricoli con furti di mezzi e incendi. «Sono casi che rappresentano le modalità con cui si sostanzia il metodo mafioso, poiché l'intimidazione va dal non detto all’azione, anche più forte, soprattutto quando bisogna convincere qualcuno a compiere determinate azioni - ha spiegato Carrozza - Durante una nostra attività investigativa abbiamo dimostrato che un imprenditore aveva provato a reagire, comprendendo la gravità della situazione in cui si trovava. La conseguenza è stata che l'uomo è stato accompagnato in uno scantinato dove gli hanno semplicemente fatto vedere delle spranghe, delle catene e dei coltelli. Quindi non c’è stata una violenza, ma solo una dimostrazione di per sé sufficiente a sostanziare l’intimidazione criminale mafiosa».
Intervistato poi nell'ambito di un approfondimento della Consulta della Legalità della Camera di Commercio, il comandante Carrozza ha parlato anche delle mafie straniere. «La criminalità di matrice albanese si occupa principalmente del traffico di sostanze stupefacenti, tendenzialmente cocaina, e in parte minore della gestione della prostituzione - ha detto - Inoltre, un'organizzazione criminale moldava denominata Patron si è interessata alla commissione di furti in modo strutturato. Da ultimo, la terza organizzazione criminale straniera presente è quella nigeriana, che ormai sappiamo essere di tipo cultista, che principalmente gestisce il mercato della marijuana e della prostituzione».
Durante il seminario, il comandate dei carabinieri scaligeri ha inoltre spiegato quali sono i cosiddetti reati-spia, ovvero quelle illegalità che possono indicare la presenza della criminalità organizzata: «Sicuramente gli incendi, le esplosioni di colpi di arma da fuoco, i furti di macchinari agricoli di pregio, le lesioni personali. Di fronte a questi reati chiaramente si pone un’attenzione particolare proprio perché possono celare un'organizzazione criminale che opera sul territorio».
Infine, Pietro Carrozza ha fornito un accenno su quanto la crisi legata a Covid-19 abbia inciso sulle organizzazioni criminali. «Sicuramente la pandemia che stiamo vivendo ha cambiato le abitudini di tutti noi e quindi anche le dinamiche del tessuto economico sociale - ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri di Verona - Uno dei settori che è rimasto più in difficoltà è quello che viene definito con l'acronimo Horeca (hotel-restaurant-café). Gli imprenditori di questi settori sono quelli che si sono trovati più esposti. Ci sono stati dei cambi repentini nelle attività e abbiamo già svolto interventi che sono terminati con la chiusura di alcune strutture, mentre ne stiamo monitorando altre».