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Cronaca Bosco Chiesanuova / Piazza Chiesa

Splendida neve e giornata di sole: auto di turisti in fila di ritorno dalla Lessinia

Tante persone in montagna a passeggiare: l'ordinanza regionale di Zaia vieta di farlo in «aree solitamente affollate», va tutto bene oppure in Veneto abbiamo un problema?

Tante persone hanno deciso di fare una passeggiata in Lessinia durante questo weekend di sole e tempo sereno dopo la caduta di un bel manto di neve. Questa frase che potrebbe appartenere al quaderno di un qualche alunno di una quinta elementare, assume in realtà oggi una connotazione assai particolare. È evidente che con la pandemia da coronavirus Sars-CoV-2 in atto, anche il semplice vedere una lunga fila di auto fare rientro da San Giorgio in Lessinia, desta non poche perplessità e qualche riflessione. Oggi nelle località montane veronesi e nei vari rifugi pare vi sia stata molta gente, altrettanta ve n'era in città ieri ed oggi tanto da dover fare il senso unico pedonale in via Mazzini.

Dinanzi a queste situazioni si vanno ben presto formando due diverse fazioni con i rispettivi ultras: da un lato chi sostiene che ciò che è permesso fare è giusto anche farlo e quindi non vi è alcun problema nelle tante auto che tornano da una località di montagna come San Giorgio, dall'altro chi invece ritiene che coloro i quali decidono di uscir di casa per frequentare aree dove è prevedibile si rechino molte persone siano degli irresponsabili. Ora, nel mezzo tra le due opposte fazioni vi sarebbe la legge, cioè l'insieme di norme e prescrizioni stabilite sia sul piano nazionale che su quello regionale per contrastare la diffusione del contagio.

Il problema è però che queste regole non solo talvolta espongono i cittadini a messaggi ai limiti della contradditorietà, ma in altri sono a tal punto soggettivamente interpretabili che alla fine non si comprende più bene quando si rischi davvero una sanzione e quando invece no. Cioè cosa si può e cosa non si può fare, al di là di cosa sia giusto o sbagliato fare. Vediamo di capirci: se il Dpcm mantiene gli impianti da sci chiusi per gli amatori, ma al contempo concede di fare la pratica dello sci di fondo, è evidente che si avrà ugualmente un rilevante impatto sulla mobilità turisitica nelle aree di montagna, cioè esattamente quella cosa che la chiusura degli impianti avrebbe voluto prevenire. Se questa non è una contraddizione patente...Si tenga poi presente che l'impatto sulla mobilità delle persone è stata la motivazione paventata per portare alla chiusura di musei, teatri, cinema e i luoghi della cultura. Cioè tutti quei luoghi che, epidemiologicamente, si sono rivelati sicuri al loro interno (e del cui futuro, peraltro, oggi non si sa più nulla), ma che, è stato detto persino da ministri qualificati, genererebbero un forte impatto sulla mobilità e, dunque, per tal motivo vanno chiusi. 

Altro esempio che riguarda invece l'ultima ordinanza regionale firmata dal governatore per il Veneto Zaia ed in particolare il tema delle passeggiate, dello sport e dell'attività motoria. Come noto, in materia di passeggiate l'ordinanza prevede, con una formula assai barocca, una disposizione tesa ad evitare gli assembramenti. Si chiamano in causa i centri storici delle città e poi le località turistiche, si dice con un'espressione "performativa" che «le passeggiate all'aperto sono effettuate» nelle aree verdi o rurali periferiche e «in ogni caso al di fuori» delle sopracitate «piazze del centro storico della città, delle località turistiche (mare, montagna, laghi) e delle altre aree solitamente affollate». Questo, per chi abbia voglia di comprendere, significa che è vietato fare una passeggiata in centro a Verona e in tutte le altre «aree affollate» del Veneto. Se però volete andare in un negozio o in un ristorante del centro di Verona potete anche passeggiare in centro per raggiungerlo. È decisamente un bell'arzigogolo, anche perché poi aver pure tolto l'espressione «sono consentite» (e dunque non sono consentite in centro etc.), in riferimento alle passeggiate, ha reso il tutto ancor più tenue e sfumato.

Allo stesso modo se vi è balenata l'idea di andare fino a San Giorgio in Lessinia per una passeggiata, voi non potete certo sapere se quella è da considerarsi o meno un'«area solitamente affollata» e, dunque, prima ci andate e, una volta lì, pensate: perché visto che c'è folla devo essere proprio io a rinunciare e tornare indietro? Insomma, a chi scrive le norme noi ci sentiamo di chiedere una sola cosa. Si risponda a questa semplice domanda: il prodursi di una coda di auto è sufficiente a definire «turistica» o «affollata» la località dalla quale provengono le persone che vi si sono recate per fare una passeggiata? Perché in tal caso, è sufficiente chiedere che una pattuglia dei carabinieri o della polizia si piazzi sul ciglio della strada ed inizi a contestare a ciascun veicolo l'infrazione della lettera A) punto 2 dell'ordinanza regionale firmata dal governatore Zaia. In caso contrario, tale punto specifico, molto banalmente, è del tutto inapplicabile. 

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