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Cronaca Borgo Roma / Piazzale Ludovico Antonio Scuro

Covid e psiche: in Veneto 312 cittadini a rischio suicidario "alto" e altri 39 "altissimo", 136 sono giovani

A rivolgersi all'apposito servizio della Regione Veneto "inOltre" sono stati anche 136 ragazzi tra 13 e 18 anni, messi in grave difficoltà psicologica dalla Dad, dall’isolamento sociale, dalla mancanza di sport e aggregazione

Il "Servizio Psicologico inOltre" della Regione Veneto, contattabile componendo il numero verde 800 33 43 43, è in prima linea nella lotta della sanità veneta contro il Covid, che non produce solo gravi effetti sul fisico, ma ha anche importanti strascichi sulla psiche delle persone, con l’apparire di vere e proprie situazioni di rischio suicidario classificato dagli esperti "alto/altissimo". Lo si evince dal nuovo rapporto sull’attività di questo servizio, attivato dalla nostra Regione, la prima a farlo in Italia, nel giugno del 2012 e gestito dall’U.O. di Psicologia Clinica Ospedaliera dell’Ospedale "Alto Vicentino" Santorso, diffuso in occasione della "Giornata Mondiale per la Prevenzione dei Suicidi" che si è tenuta il 10 settembre.

Sulla base di quanto emerso dai primi contatti telefonici, gli psicologi di "inOltre" stilano una prima diagnosi e, se necessario, accompagnano le persone in un percorso verso i servizi di cura territoriali. Ebbene, nel solo periodo Covid, 312 cittadini veneti hanno telefonato presentando un grado di rischio suicidario "alto" e 39 "altissimo" («Non ho più la forza di vivere, è tutto finito») legato alla pandemia. Ma, novità assoluta molto preoccupante, a rivolgersi a "inOltre" sono stati anche 136 ragazzi tra 13 e 18 anni, chi direttamente chi tramite i genitori, messi in grave difficoltà psicologica dalla dad, dall’isolamento sociale, dalla mancanza di sport e aggregazione, e per questo affidati ai servizi territoriali.

«Una realtà – dice l’Assessore alla Sanità della Regione Manuela Lanzarin – nuova e preoccupante, che apre una finestra particolarissima sulle vicende legate al Covid, alla quale stiamo dando lo stesso rilievo e lo stesso impegno che tutto il sistema sanitario ha posto e sta ponendo nella lotta al virus nelle sue manifestazioni fisiche. Quelle morali non sono da meno, anzi. Non a caso, tra le varie iniziative, proprio in questi giorni abbiamo implementato le Unità Funzionali Distretti Adolescenti (le UFDA) per la presa in carico multidisciplinare dei giovani e delle famiglie che attraversano situazioni di disagio psicologico conseguentemente agli effetti delle misure di contenimento della pandemia, stanziando 2 milioni 274 mila euro per il reclutamento di professionisti sanitari, assistenti sociali e psicologi».

Nei dieci anni di attività del Servizio inOltre (crisi economica, crollo delle banche, Covid) sono stati gestiti 13.265 colloqui psicologici telefonici e sono stati accompagnati con percorsi dedicati, fisicamente, di persona, 894 cittadini che avevano palesato un alto grado di rischio suicidario e di emergenza. A chiamare il numero 800 33 43 43 sono stati, ad oggi, nel 42% maschi e nel 58% femmine. Il 19% aveva tra 14 e 30 anni, il 34% tra 31 e 50 anni e il 16% aveva più di 71 anni.

L’identikit di chi chiama il numero verde ad "alto grado di rischio suicidario"

Accade, per molte persone che le difficoltà e i momenti di crisi, laddove non lascino immaginare un futuro, aumentano il grado di esposizione al rischio suicidario e di emergenza. Solitudine, angoscia, preoccupazione e nessuna possibilità di venire fuori dal buio della situazione: queste sono le tematiche che i cittadini raccontano quando si affidano al servizio "inOltre" chiamando il Numero Verde. Il rischio suicidario è aumentato nella fase post Covid, quando l’isolamento, la perdita del lavoro precario e le fragilità sono aumentate.  Si sono accentuati i disturbi d’ansia, i sintomi depressivi e le patologie psichiatriche.

Il servizio psicologico "inOltre" offre un supporto quando si è in difficoltà ed è disponibile per un confronto, una parola, un conforto, una conferma. Sono presenti collegamenti con i Servizi territoriali e incontra i cittadini, offrendo percorsi di presa in carico personalizzati. Aggancia inoltre la rete dei servizi sociosanitari e si relaziona con tutti i servizi utili alle persone in difficoltà: ad esempio i servizi sociali dei Comuni, le Caritas e le associazioni di categorie, così come anche il Suem e le forze dell’ordine.

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