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Cronaca

Covid-19 nella Bergamasca, tra gli indagati il veronese Ranieri Guerra

L'allora direttore vicario dell'Oms è accusato di aver fornito false dichiarazioni ai pubblici ministeri durante un'indagine giunta alla fine dopo quasi tre anni

Il suo nome non è tra quelli che spiccano nella lista degli indagati. Ed anche le accuse a lui rivolte sono relativamente meno gravi. Ma anche il veronese Ranieri Guerra è coinvolto nella grande inchiesta sul Covid recentemente conclusa, dopo quasi tre anni, dalla Procura della Repubblica di Bergamo.

L'indagine, ricostruta su Ansa, è nata dell'aprile 2020 per verificare se la fase iniziale della pandemia nella Bergamasca sia stata gestita correttamente dalle autorità. Autorità che ora sono state messe sotto accusa. Risultano infatti indagati, tra gli altri, anche l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'appena rieletto presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l'ex ministro della salute Roberto Speranza, l'ex assessore al welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera ed anche alcuni funzionari e dirigenti di organismi tecnico-sanitari, come il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, il presidente del consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, l'allora coordinatore del comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo e l'allora capo della protezione civile Angelo Borrelli.
Tra i reati di cui si ipotizza la colpevolezza degli indagati ci sono l'epidemia colposa aggravata e l'omicidio colposo plurimo. Questo perché durante i primi mesi di pandemia da Covid-19 non fu istituita la zona rossa nei territori di Nembro e Alzano Lombardo, nonostante i contagi e i decessi provocati dal virus. Inoltre, l'inchiesta ha permesso di scoprire che il piano pandemico in vigore risaliva al 2006. Un piano che dunque non sarebbe stato aggiornato e che pare non sia stato neanche applicato. Per gli inquirenti, se fosse stata istituita la zona rossa e se il piano pandemico fosse stato aggiornato ed applicato, si sarebbero potute salvare molte vite.

E proprio approfondendo la questione del mancato aggiornamento del piano pandemico, gli inquirenti sono arrivati al 69enne veronese Ranieri Guerra, che all'epoca dei fatti era direttore vicario dell'Oms. Per chi lo accusa, Guerra sarebbe colpevole di aver fornito false dichiarazioni ai pubblici ministeri durante una sua deposizione in qualità di persona informata dei fatti.

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