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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Profughi nelle caserme. L'ipotesi prende forma con l'avvallo della Prefettura

Per fronteggiare il problema della sistemazione dei migranti che a decine continuano a giungere a Verona, la Prefettura sta valutando anche l'ipotesi di recuperare gli spazi militari ad oggi inutilizzati

Resta vivo e sempre più urgente da affrontare, il problema relativo alla sistemazione dei profughi che non cessano di giungere a Verona. Nei giorni scorsi si sono avute tensioni all’interno della struttura di Costagrande che ne ospita ben 270, tutti maschi e in molti alloggiati all’interno di tende. La cosa si è risolta con l’espulsione di otto persone ritenute infrangere le regole, ma nel frattempo sono arrivati circa altri sessanta migranti. Diventa perciò sempre più evidente come sia necessario trovare soluzioni alternative, essendo proprio il sovraffollamento uno delle cause principali dell’insorgere di conflitti all’interno del centro di accoglienza.

Il Prefetto Mulas aveva già rimarcato la necessità di trovare nuove strutture preposte all’ospitalità di queste persone, specificando la necessità che tutti i 98 Comuni veronesi partecipino in modo sinergico nell’affrontare il problema. Ma trovare nuove sistemazioni pare quasi un’impresa disperata, tanto che gli ultimi due bandi pubblici in proposito non hanno ottenuto alcuna valida risposta. Se ne sta preparando un terzo che si spera avrà esito differente, anche se come emerge dalle parole riportate dall’Arena del vice prefetto Iginio Olita non c’è grande fiducia: “non siamo molto fiduciosi, purtroppo. In realtà si propongono piccole strutture, in grado di alloggiare cinque-dieci persone, ma sono insufficienti”.

Ecco allora tornare in auge una proposta che, appena qualche mese fa, era tuttavia già stata sonoramente bocciata da Luca Zaia: far alloggiare i profughi presso le caserme inutilizzate. Secondo il Governatore della Regione Veneto, una simile ipotesi era impraticabile per via delle pessime condizioni in cui versano le caserme, spesso addirittura inagibili. Molto più possibilista pare invece essere proprio il vice prefetto Olita che, come riportato dall’Arena, spiega: “Saremmo ben lieti se potessimo disporre, per affrontare l'emergenza, delle strutture demaniali. In altre città si è già intrapresa questa strada. A Verona, al momento, non ce ne sono di disponibili. Ma, attraverso il ministero dell'Interno, abbiamo contatti con la Difesa per valutare le più idonee, e prenderemo una decisione al vertice dei prefetti a Venezia”.

In realtà sembra che più che pensare al riutilizzo delle caserme dismesse, si stia pensando di recuperare quegli spazi militari inutilizzati, per allestire tendopoli sulla falsariga di quanto già avviene a Costagrande. Durante l’inverno si tratterebbe poi di sostituire le tensostrutture con delle casette mobili, atte ad affrontare il clima più rigido. È, infatti, evidente come per allestire uno spazio d’accoglienza sia innanzitutto necessario rispettare alcuni vincoli indispensabili, quali quelli ricordati dallo stesso Olita nella sua intervista all’Arena: “Un'eventuale struttura, per essere adatta allo scopo, dovrebbe presentare alcuni requisiti imprescindibili. Cioè essere ovviamente dignitosa e funzionale, distante dall'abitato per non innescare tensioni nella popolazione. E consentire l'insediamento di gruppi non troppo numerosi, perché, al di là delle attuali difficoltà, il nostro obiettivo è quello di sparpagliare, per quanto possibile, i richiedenti asilo sul territorio della provincia”. Obiettivo quest’ultimo tanto difficile da realizzare, quanto fondamentale. Vale allora la pena d’augurarsi che, a dispetto di tutte le attese, il terzo bando pubblico in uscita non debba fare la stessa fine dei due precedenti.

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