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Cronaca San Zeno / Viale Cristoforo Colombo

Verifiche fiscali accomodate in cambio di denaro. 16 arresti per corruzione

L'indagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Venezia, ma coinvolge anche la provincia di Verona. Un episodio corruttivo avrebbe infatti come protagonista un'impresa assicuratrice veronese

Sei imprenditori, tre funzionari dell'Agenzia delle Entrate, due commercialisti, due ufficiali della Guardia di Finanza, un appartenente alla Commissione Tributaria Regionale per il Veneto e due dirigenti di un'azienda assicuratrice. In totale sono 16 persone colpite da ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Venezia ed eseguite dalle fiamme gialle veneziane.

Tra i 16 accusati, 14 sono finiti in carcere e 2 agli arresti domiciliari, tutti però sono coinvolti a diverso titolo in fatti di corruzione commessi per sgonfiare gli importi delle imposte da pagare da parte di imprese già sottoposte a verifiche fiscali.

L'indagine diretta dalla Procura di Venezia ha avuto origine da un filone collaterale della nota inchiesta sul Mose, nella quale erano emersi comportamenti sospetti. Le indagini si sono poi sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e mediante appostamenti, osservazioni e pedinamenti. In questo modo, gli uomini delle fiamme gialle avrebbero individuato diversi contesti corruttivi.

In un caso sarebbe stato riscontrato un patto corruttivo tra un imprenditore di Jesolo e un dirigente dell'Agenzie delle Entrate, che, essendo stato trasferito in un'altra regione, si è avvalso di un suo collega in servizio a Venezia. Sostanzialmente, gli uomini della Guardia di Finanza avrebbero raccolto elementi che proverebbero il pagamento di tangenti per un totale di 140.000 euro, in varie tranches tra il settembre 2016 ed il maggio 2017. In cambio, i due funzionari si sarebbero adoperati per ridurre di circa l'80% le imposte dovute da tre società, con sede in provincia di Venezia, riconducibili all'imprenditore, che erano state sottoposte a verifica fiscale. Inoltre, l'imprenditore avrebber ottenuto che venisse ritardata la notifica di altri avvisi di accertamento per debiti tributari, in modo da poter chiedere rimborsi Iva, ammontanti a 600.000 euro, che altrimenti non avrebbe potuto legittimamente ottenere. Nelle vicende corruttive pare abbiano partecipato con ruoli attivi i familiari dell'imprenditore.

Le investigazioni hanno consentito di scoprire anche che i due funzionari si sarebbero accordati con un commercialista di Chioggia, per ricevere 50.000 euro, in cambio della promessa di accomodare un accertamento tributario relativo ad un'impresa del posto.

Ma serebbero emerse anche tracce di un secondo episodio corruttivo, avente sempre lo scopo di ridimensionare l'esito di verifiche eseguite regolarmente, dal mucleo di polizia tributaria di Venezia, nei confronti di una società immobiliare ed un'azienda di trasporti di Venezia. I titolari delle imprese ispezionate avrebbero corrotto un ufficiale della Guardia di Finanza ed un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, con l'intermediazione di una commercialista trevigiana. L'ufficiale, in cambio di denaro ed oggetti di lusso per un valore di 40.000 euro, avrebbe fatto ponte verso il funzionario dell'Agenzie delle Entrate, e avrebber reso possibile la riduzione di oltre il 70% dell'importo del debito complessivo delle aziende verificate.

La terza vicenda è quella che riguarda da vicino il nostro territorio perché si ricollega a verifiche fiscali effettuate nei confronti di un'impresa assicuratrice veronese. I pubblici ufficiali avrebbero ricevuto oggetti preziosi del valore di 20.000 euro, a febbraio e marzo 2017, ed in cambio avrebbero ridotto il debito erariale dell'impresa.

Un ultimo episodio corruttivo riguarda l'accomodamento di un controllo fiscale, eseguito tra il novembre 2015 e il febbraio 2016, nei confronti di un'impresa industriale della provincia di Udine. In questo caso, l'ufficiale in servizio a Venezia si sarebbe rivolto ad un altro ufficiale che a quel tempo dirigeva l'attività di verifica, convincendolo a non approfondire troppo l'ispezione contabile. In cambio, l’imprenditore friulano avrebbe assunto il figlio del primo ufficiale e avrebbe offerto altre regalie.

Oltre agli arresti, il gip ha disposto sequestri per un importo totale di 440.000 euro.

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