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Zaia: «Riaprire le scuole». Dott.ssa Russo: «Oggi il Veneto è regione a contagiosità bassa»

Ad oggi il Veneto registra un tasso di contagiosità Rt = 0,41, ma la dott.ssa Russo invita a fare attenzione e non parlare di "contagi zero" in Veneto: «L'espressione "contagi zero" si può usare solo se vi aggiungiamo davanti "per oggi"»

Il governatore del Veneto Luca Zaia, nel corso del punto stampa odierno, venerdì 22 maggio, come sempre dedicato alla gestione dell'emergenza coronavirus ha detto: «Stiamo lavorando perché le scuole si aprano, non avete di fronte qualcuno che pensa che le scuole debbano restare chiuse». 

La parola è quindi passata alla dott.ssa Russo che per la regione Veneto si occupa materialmente della gestione delle procedure che riguardano i tamponi, spiegando come vadano letti i dati forniti da Azienda Zero nel bollettino diffuso anche due volte ogni giorno: «I dati hanno un significato molto importante che ci permette di valutare il trend giornaliero, vannno interpretati come dati legati a quel giorno e noi come operatori di sanità pubblica li dobbiamo valutare nel tempo. Questo lo dico perché abbiamo un monitoraggio regionale e nazionale che è molto specifico sull'andamento dell'epidemia ed è legato a degli "indicatori di risultato". Questi ultimi sono: il numero di casi riportati negli ultimi 14 giorni, un altro "indicatore di risultato" è poi il cosiddetto "Rt" (Erre con t). Finora - ha spiegato la Dott.ssa Russo - si è parlato di "R0" (Erre con zero) che è un indice che stabilisce quanto una malattia può essere contagiosa (in "valore assoluto" ndr), invece "Rt" consente di calcolare il tasso di contagiosità di una malattia che è già circolata tra la popolazione. Secondo le indicazioni del ministero della Salute e le indicazioni internazionali, questo "Rt" per collocare una regione in una fascia di "bassa" contagiosità si deve mantenere al di sotto di "1" (al di sotto di "una persona ne contagia un'altra" ndr). Per gli ultimi dati, - ha quindi evidenziato la dott.ssa Russo - noi siamo a "Rt" = 0,41. Questo è uno degli indicatori principali che fa si che la nostra regione sia considerata con una contagiosità "bassa"». 

Il tema della "contagiosità" di una regione è molto importante in vista del prossimo 3 giugno, quando gli spostamenti interregionali verranno riaperti ma, così come chiarito dal ministro Francesco Boccia nelle scorse ore, qualora vi fosse una regione con un rischio di contagiosità "alto", agli abitanti di quella regione non verrà consentito di uscire, né ad altri abitanti di entrarvi. La dott.ssa Russo ha quindi aggiunto: «Abbiamo un altro "indicatore di risultato" che è quello del "trend settimanale" che si include a quello dei 14 giorni, quindi noi siamo settimanalmente valutati, ma all'interno della valutazione dei 14 giorni. Poi abbiamo un altro indicatore che io ritengo molto importante, - ha proseguito la dott.ssa Russo - vale a dire il "numero di focolai": è importante calcolare il numero dei casi, ma nella valutazione di questo numero bisogna contare quelli che sono correlati tra di loro, quindi più è alta la contagiosità, il valore "Rt", più sono grandi i focolai che noi dobbiamo invece tenere sotto controllo. Il ministero dunque vuole sapere settimanalmente quanti focolai ha la regione, ciò si lega a "Rt" e sta a misurare la "contagiosità", la capacità della regione di prendere in carico i focolai e la loro localizzazione geografica. L'aumento dei focolai da una settimana all'altra, superati i 14 giorni, potrebbe portare la regione o una parte della regione, dalla "Fase 2" alla "Fase 1", quindi questo parametro è estremamente importante».

La stessa dott.ssa Russo ha quindi spiegato che, al momento, in Veneto non si può parlare di «contagi zero», così come molti giornali tra ieri e oggi hanno titolato facendo riferimento alle dichiarazioni del professor Crisanti. Questo perché per poter affermare che in Veneto vi siano effettivamente «contagi zero», è necessario avere quello che la dott.ssa Russo ha definito un «trend di andamento» e non un unico bollettino regionale che, così come capitato ieri, rilevi zero nuovi contagi tra le ore 8 del mattino e le ore 17 dello stesso giorno: «Bisogna fare attenzione, - ha ammonito la dott.ssa Russo - soprattutto ai messaggi che si veicolano alla popolazione, perché se noi diamo il messaggio che non abbiamo più il contagio questo ha un effetto sulla popolazione che non è corretto e diamo un messaggio alla popolazione che non è più utile al contenimento dell'epidemia». L'espressione «contagi zero», ha quindi sentenziato la dott.ssa Russo, «si può usare solo se vi aggiungiamo davanti "per oggi"». 

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