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Sboarina sul nubifragio a Verona: «Criticità storiche: nuovi interventi da milioni di euro per risolverle»

Il sindaco scaligero ha anche sottolineato che «nella zona di Veronetta dove i lavori sono stati completati non si è verificato nulla»

Il sindaco di Verona Federico Sboarina è intervenuto quest'oggi, lunedì 8 giugno, nel punto stampa parlando anzitutto di quanto avvenuto la scorsa notte con il nubifragio che ha colpito la città: «Inutile sottolineare la straordinaria intensità dell'evento che ha colpito anche palazzo Barbieri e che abbiamo dovuto transennare. Sono stati fatti circa 60 interventi da parte della polizia locale, 137 da parte dei vigili del fuoco, Amia è intervenuta in due situazioni per rimuovere delle piante in via Velino e via Volturno e poi con i mezzi autospurgo sono intervenuti in una ventina di punti tra via XX Settembre, via San Nazaro, via lungadige Porta Vittoria, sottopasso Stradone Santa Lucia, via Curiel, sottopasso Porto San Pancrazio, sottopasso Cimitero, via della Meccanica e lungo la tangenziale T4-T9». 

Il sindaco ha quindi evidenziato che «nella zona di Veronetta dove i lavori sono stati completati (bacino Santo Stefano, ndr) non si è verificato nulla», aggiungendo poi di seguito: «Quando dico che non si è verificato nulla, intendo che in passato non una bomba d'acqua, ma un semplice temporale estivo provocava allagamenti dappertutto. Qualche problema c'è invece stato in piazza Isolo dove i lavori devono ancora terminare. Altro tema che si solleva in queste occasioni, - ha poi spiegato Sboarina - è quello delle caditoie e della pulizia dei tombini: ho recuperato i dati da Amia e nel 2019 siamo riusciti a pulire 14.655 caditoie e quest'anno eravamo già a 3.310, ovviamente il dato di quest'anno si è automaticamente interrotto con la pandemia a metà di febbraio». 

Il sindaco ha quindi sottolineato come il sistema delle reti fognarie cittadine sia datato a un'epoca in cui «il fenomeno delle bombe d'acqua non si palesava, stiamo quindi facendo diverse cose rispetto a un sistema che è datato decine e decine di anni, pertanto andiamo a risolvere questioni che mano a mano si sono palesate negli anni». Sboarina ha quindi annunciato di aver avanzato delle richieste alla Regione Veneto per affrontare delle «criticità che sono storiche nella nostra città, con un intervento di 500 mila euro per uno sfioratore sull'Adige che diventi complementare rispetto all'intervento già fatto su Portoni Borsari e che quindi andrà in via definitiva a risolvere la questione». Altri lavori richiesti sono poi quelli «per il torrente Lorì con 700 mila euro», ma anche «due milioni e 300 mila euro per la tangenziale T4-T9», infine «ulteriori 500 mila euro per il sottopasso di via Chioda». Grazie a questi interventi «finanziati dalla Regione Veneto», ha dunque rimarcato il sindaco Sboarina, «andremo a risolvere dei problemi che sono storici quando si verificano nubifragi come quelli dell'altra sera».

Presente durante la conferenza stampa odierna anche il presidente di Acque Veronesi Roberto Mantovanelli, il quale ha fornito alcune spiegazioni circa quanto avvenuto nello specifico nella zona di Portoni Borsari, dove i lavori anti allagamento sarebbero ache già stati fatti: «Lì c'è un pozzo disperdente con delle pompe che spingono l'acqua in eccesso nell'Adige, ma un sovraccarico della rete che alimenta queste due pompe, dovuto al fenomeno in atto, forse un fulmine, ha mandato in blocco le pompe. Si è subito attivata la squadra dei tecnici reperibili di Acque Veronesi che in circa venti minuti ha riarmato queste pompe e fatte ripartire, ma in concomitanza con un evento particolarmente violento, non è stato sufficiente ad evitare nel frattempo l'allagamento dei primi esercizi commerciali circostanti a Porta Borsari. Qui dovremo sicuramente provvedere ad un upgrade dell'impianto elettrico che in futuro possa far fronte a queste problematiche».

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