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Zone 30 a Verona, Ass. Zanotto: «Favoriamo uso delle bici». Ma la maggioranza si spacca

Sindaco e vicesindaco di Verona affiancati dal presidente Fiab Verona Corrado Marastoni che spiega: «Se si rispetta il limite dei 30 km/h le piste ciclabili non servono». Ma i consiglieri comunali di FDI col presidente Ciro Maschio chiedono la «revoca dell'ordinanza»

Nel corso del punto stampa di oggi, giovedì 28 maggio, dedicato alla gestione dell'emergenza coronavirus a Verona, a prendere parola è stato anzitutto il vicesindaco Luca Zanotto, nonché assessore alla Mobilità, affiancato dal presidente di Fiab Verona Corrado Marastoni. Il tema affrontato è stato quello delle cosiddette nuove "zone 30", annunciate ormai circa un mese fa e che nelle ultime ore hanno suscitato diverse polemiche politiche: «L'idea che abbiamo perseguito sull'onda dell'analisi del traffico con l'introduzione di nuove "zone 30", - ha esordito il vicesindaco Zanotto - è quello di incentivare, agendo sui presupposti della sicurezza, la "mobilità dolce". Oggi i dati ci dicono che pur con scuole chiuse e la città non frequentata dai turisti, i livelli di traffico sono comunque importanti. Il 6 di maggio abbiamo approvato il provvedimento sull'allargamento della "zona 30", ma stiamo facendo ulteriori approfondimenti per capire se vale la pena fare degli aggiustamenti, per cui potrebbero esserci a breve delle novità. In ogni caso, ad esempio, abbassare il limite di velocità veicolare, significa ridurre il grado di gravità di un incidente qualora si dovesse verificare tra auto e bicicletta. Permettere una maggiore permeabilità della città con l'utilizzo della bici è la filosofia con la quale abbiamo inserito il provvedimento delle "zone 30", promuovere cioè la ciclabilità della nostra città che oggi è ferma al 10%, ma che in altri Paesi, soprattutto nel nord Europa, viaggia sopra il 25/30% e quindi porta a ridurre il traffico veicolare di auto private». 

Anche il presidente Fiab Corrado Marastoni ha quindi sottolineato che «bisogna spiegare alle persone che è il caso di muoversi in modo diverso dall'uso dell'auto. Una persona non usa la bicicletta perché glielo chiede qualcun altro di farlo, ma se ne vede le ragioni, la sicurezza e il vantaggio di farlo. - ha poi proseguito il presidente Marastoni - La città deve quindi assicurare due cose a chi usa la bici: percorsi diretti per quanto possibile e una certa tranquillità e sicurezza. Dove c'è la "zona 30", in principio, non serve null'altro che il rispetto del limite perché se tutti vanno piano, i ciclisti si sentono più sicuri e non c'è bisogno di creare delle infrastrutture e corsie dedicate alla mobilità ciclistica, quando si va piano generalmente non succede nulla. È importante che la gente percepisca questo e che il limite dei 30 km/h venga rispettato. Nel caso in cui in alcune zone si torni al limite dei 50 km/h, sarebbe importante attivarsi con nuovi interventi: se restiamo al codice della strada bisognerebbe fare delle piste ciclabili, ma con il nuovo "Decreto Rilancio" è stata inserita la possibilità di creare con delle linee discontinue una sorta di "fascia di rispetto" per le biciclette grazie alla quale, come dimostrato all'estero, chi va in auto presta molta più attenzione e l'incidentalità praticamente scompare».   

Proprio mentre il sindaco di Verona Sboarina, il vicesindaco e assessore alla Mobilità Luca Zanotto, con il presidente Fiab Marastoni a loro supporto, spiegavano le ragioni del provvedimento sull'allargamento della "zona 30" cittadina per favorire la "mobilità dolce" e quindi l'uso di mezzi alternativi all'auto e al motorino quali la bicicletta, è giunta tuttavia in redazione una nota stampa a firma dei consiglieri comunali di maggioranza di Fratelli d'Italia. Il testo evidenzia come sul tema sia in corso d'opera una clamorosa divergenza politica interna alla stessa maggioranza, con addirittura il presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio primo firmatario della nota di FDI che, in breve, chiede esplicitamente la revoca dell'ordinanza sull'istituzione delle nuove "zone 30" a Verona.

«Abbiamo appreso a fatto compiuto dell’Ordinanza Dirigenziale n.382 del 06/05/2020 che ha introdotto la cosiddetta "Zona 30 km/h" nei quartieri di Veronetta, Cittadella, San Zeno e Borgo Trento. Riteniamo questa decisione inopportuna e inaccettabile sia nel metodo che nel merito. - scrivono nella loro nota i consiglieri comunali, esponenti di FDI, Ciro Maschio, Leonardo Ferrari, Maria Fiore Adami e Gianmarco Padovani - Nel metodo non condividiamo si insista nell’adottare misure che limitano o condizionano la libertà di movimento e circolazione delle persone, senza nemmeno verificare se ci sia il consenso da parte della maggioranza del Consiglio comunale. Nel merito riteniamo assurda e fuori dalla realtà questa misura. Verona ed i veronesi sono già provati da mesi di lockdown che stanno causando un danno enorme alla nostra economia. Pensare di accompagnare questo periodo di difficile ripresa con provvedimenti che pongono ulteriori vincoli ed oneri a carico dei cittadini che hanno necessità di circolare agevolmente, nel rispetto delle norme, per svolgere le proprie attività lavorative, familiari e sociali è fuori dalla realtà. Per questo rivolgiamo all’amministrazione un appello a revocare immediatamente l’Ordinanza Zona 30 km/h. In caso contrario - minacciano in conclusione i consiglieri di FDI Ciro Maschio, Leonardo Ferrari, Maria Fiore Adami e Gianmarco Padovani - presenteremo una mozione in Consiglio comunale per mettere fine a queste misure che limitano e tartassano i veronesi anzichè aiutare a favorire una ripresa ordinata delle attività».

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