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Sboarina: «Dal Veneto chiediamo al premier Conte di farci gestire la "fase 2" su scuole e attività commerciali»

La richiesta viene dai sette sindaci dei capoluoghi di provincia veneti e verrà formalmente inoltrata al presidente del Consiglio. Sboarina: «Le attività commerciali sono in sofferenza e devono poter riaprire». Visite ai "congiunti" dal 4 maggio: «Per me sono anche i morosi»

Il sindaco di Verona Federico Sboarina nel consueto punto stampa di oggi, martedì 28 aprile, dedicato all'emergenza coronavirus, ha spiegato che nelle mani del sindaco di Treviso Mario Conte vi è, da parte di tutti i sindaci dei sette capoluoghi di provincia del Veneto, «il mandato di fare richiesta all'altro Conte, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per ottenere un incontro».

Il primo cittadino scaligero ha quindi aggiunto: «Vogliamo fare una richiesta molto forte e chiara al premier, una richiesta che sottolineo è condivisa da tutti i sette sindaci con trasversalità politica. La richiesta è che la Regione Veneto, ma in generale le regioni, possano gestire la "fase 2" specificamente per i territori che rappresentano. Il Veneto è diverso dalla Lombardia e dalle altre regioni, sia per l'impatto dell'emergenza che per delle specificità territoriali. Noi chiediamo di poter gestire come sindaci e con la regia della Regione Veneto la "fase 2", in particolare per due aspetti che, trattati dall'ultimo Dpcm, ci hanno molto delusi: anzitutto le attività commerciali che sono in sofferenza e devono poter riaprire e, legato a questo, il secondo tema è quello degli asili nido e delle scuole materne, perché c'è la necessità di andare verso una riapertura. Altrimenti ci si troverà con i genitori che devono andare a lavorare, ma fanno fatica perché devono tenere i figli non potendoli portare all'asilo, o alla scuola materna, o nei centri estivi sui quali in Regione c'è già un tavolo di esperti per studiare i protocolli».

Il sindaco di Verona ha quindi precisato che la richiesta al premier Conte verrà inoltrata già in giornata e, ovviamente, i primi cittadini dei sette capoluoghi di provincia veneti auspicano venga accolta: «Se così non dovesse essere, - ha quindi rimarcato Sboarina - noi non ci fermeremo, perché pretendiamo di essere quantomeno ascoltati. Chiediamo che i sindaci, unitamente alla Regione Veneto, possano affrontare direttamente la "fase 2", anche prendendoci responsabilità, decisioni e prendendo sulle spalle il peso che, in questo momento, è sulle spalle dei nostri lavoratori, dei nostri cittadini e delle nostre cittadine, degli esercenti e dei commercianti».

Sboarina: «L'emergenza sanitaria non è finita, bisogna usare i dispositivi e mantere le distanze»

Il sindaco di Verona ha quindi voluto aggiungere che, se da un lato bisogna fare il possibile per far ripartire l'economia, dall'altro «l'emergenza sanitaria non è finita». Sboarina ha dunque spiegato: «Il fatto che io ieri abbia fatto quelle ordinanze che consentono di sedersi su una panchina, piuttosto che tornare sulle alzaie e che hanno quindi riallineato dei provvedimenti più restrittivi a quelli del Dpcm, non significa che l'emergenza sanitaria sia finita. Adesso è il momento di ripartire, ma per farlo vi è la necessità che la nostra comunità sia matura e responsabile nell'uso dei dispositivi e nel mantenere le distanze di sicurezza. Nel futuro vi sarà la necessità di seguire dei protocolli, e proprio su questo verteranno i nostri controlli. Avere la possibilità di girare per l'intera città con la mascherina, ma quando si incontrano degli amici tirarsela giù per parlare, è un comportamento che mi è stato segnalato e che non ha senso. Dobbiamo su questo essere maturi e responsabili, perché questo ci consente di affrontare la "fase 2" in sicurezza per la salute di tutti». 

All'1 aprile il numero di soggetti in quarantena a Verona, cioè i positivi al coronavirus e relativi contatti isolati in casa, era di 1.275. I dati aggiornati invece a ieri, lunedì 27 aprile, riferiscono di 866 soggetti in quarantena nel capoluogo scaligero, vale a dire una diminuzione che è stata pari a circa il 33%. Nel fornire e commentare questi numeri, il sindaco Sboarina ha quindi spiegato: «Sono diminuiti anche i ricoveri e i dati sono riferiti anche a un periodo in cui si faceva il maggior numero di tamponi, per cui pur facendo molti tamponi i dati dicono che è diminuito anche il numero dei positivi asintomatici che sono in quarantena. I dati dei numeri di contagi nel Comune di Verona sono negli ultimi giorni molto bassi. Se uno mi chiedesse, "è finita l'emergenza sanitaria?", la risposta è "no". Ma la situazione è questa, e dunque siamo in grado di poter gestire una ripartenza veloce con l'assoluto rispetto delle regole e delle misure di sicurezza per la tutela della salute».

Visite ai «congiunti» dal 4 maggio, il sindaco: «Per me i congiunti sono anche i morosi»

Commentando invece il Dpcm del 26 aprile che entrerà in vigore dal prossimo 4 maggio, il sindaco è entrato nello specifico riguardo un tema che sicuramente farà ancora parlare di sé: la visita ai «congiunti», cioè ai parenti, ma anche «ai fidanzati e affini» come già ieri si leggeva in una nota di Palazzo Chigi. Di fatto dal 4 maggio prossimo sarà possibile, senza creare assembramenti e con l'uso della mascherina, spostarsi per fare visita ai genitori piuttosto che ai figli, sempre però restando all'interno della propria regione, seppur anche in altri Comuni rispetto al proprio.

Alcune polemiche si erano sollevate ieri circa il fatto che parevano esclusi da questa norma le relazioni cosiddette non giuridicamente riconosciute, cioè appunto il fidanzato o la fidanza ad esempio. Il sindaco di Verona, con un apprezzabile regionalismo linguistico, ha spiegato: «Io già ieri ho dato una mia interpretazione, e credo che per "congiunti" si debbano ritenere anche i morosi, perché non è che se vado a casa di mia moglie non la contagio, ma se vado a casa della mia morosa invece la contagio. Nel momento in cui viene concesso di visitare un "congiunto" vale che lo sia di diritto, o perché vi è un legame fortemente affettivo, ma insomma mi pare che comunque sia stata data anche già ieri a livello nazionale un'interpretazione in questo senso».

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