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Coronavirus, età mediana ultimi casi è 30 anni: «Nuovo aumento dei positivi, fondamentali misure di precauzione»

L'intervento del professor Giovanni Rezza, Direttore Generale Prevenzione Ministero della Salute: «Età media persone colpite era di 60 anni, adesso circa 40 anni». Nell'ultima settimana rilevata dal report della Cabina di regia l'età mediana dei casi è di 30 anni

Il Report settimanale delle Regioni a cura della Cabina di Regia presenta un'analisi dei dati relativi al periodo dal 10 al 16 agosto 2020. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima della notifica, ovvero prevalentemente alla fine di luglio. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti.

Aggiornamento Veneto - Report Cabina di regia 18 agosto 2020

Secondo quanto emerge dal report, si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la terza settimana consecutiva con una incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 giorni nel periodo dal 3 al 16 agosto di 9.65 per 100.000 abitanti, in aumento dal periodo 6 al 19 luglio e simile ai livelli osservati all’inizio di giugno. La maggior parte dei casi è stata contratta sul territorio nazionale, mentre risultano importati da Stato estero il 28,3% dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio.

Il report rivela inoltre che in Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da Sars-CoV-2 con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 30 anni, mentre il professor Giovanni Rezza, Direttore Generale Prevenzione Ministero della Salute, spiega che più in generale «l'età media si è abbassata da 60 a circa 40 anni». La circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età più giovani, in un contesto di avanzata riapertura delle attività commerciali (inclusi luoghi di aggregazione) e di aumentata mobilità. Si riscontra un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici.

L’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo dal 30 luglio al 12 agosto 2020, è pari a 0.83 (0.67 - 1.06). Questo indicherebbe che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane. In questo particolare momento dell’epidemia, l’indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe secondo il ministero della Salute sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza.

In tutte le Regioni italiane e province autonome anche in questa settimana di monitoraggio, sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2. Nella settimana di monitoraggio il 28,6% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 34,0% nell’ambito di attività di contact tracing. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (30,4%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (7,1%). Quindi, il 63% dei nuovi casi sono stati diagnosticati grazie alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti.

Il report settimanale rivela quindi come in seguito alla riduzione nel numero di casi di infezione da Sars-CoV-2 grazie alle misure di lockdown, l’Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento. Anche in questa settimana si rileva la trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, spesso associati all’importazione di casi da Stati esteri e successiva trasmissione locale (anche al rientro dopo periodi di vacanza in Paesi a più elevata circolazione virale). Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto ma con una tendenza all’aumento da tre settimane. Questo avviene anche grazie alla ricerca e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l'isolamento immediato dei casi secondari.

La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente ad infezioni contratte nella fine di luglio 2020, conferma la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni e province autonome e di mantenere alta l’attenzione alla preparazione di interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento. Il ministero della Salute raccomanda quindi alla popolazione di prestare particolare attenzione alla possibilità di contrarre l’infezione in situazioni di affollamento in cui si osserva un mancato rispetto delle misure raccomandate. Viene infine raccomandato di prestare attenzione al rischio di infezione durante periodi di permanenza in paesi con una più alta circolazione virale.

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