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Cronaca Zai / Viale del Lavoro

Florovivaisti contro Zaia: «Divieti fanno danni. Risarcimenti non garantiti»

La possibilità di vendere solo a domicilio o negli esercizi commerciali legittimamente aperti è un ulteriore sacrificio chiesto a queste attività, che nel Veronese sono più di 200

Dopo l'annuncio del presidente Luca Zaia, è stato pubblicato anche nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto il decreto con cui è stato dichiarato lo stato di crisi per l'agricoltura. Il decreto motiva la richiesta di stato di crisi con la necessità di «limitare con tempestività gli impatti economici, sociali ed ambientali che l'emergenza del Covid-19 ha arrecato e continua ad arrecare al settore primario». Il provvedimento specifica che la pandemia in corso, con le relative misure di contenimento e restrizioni, sta causando rilevanti difficoltà, sia in termini di mancato raccolto dei prodotti stagionali, sia per l'assenza di canali distributivi. Con la dichiarazione di «stato di crisi», la Regione Veneto chiede siano definiti «gli strumenti finalizzati alla resilienza e ripresa economica, nell'ambito delle disposizioni nazionali e comunitarie».

Ma proprio dal mondo dell'agricoltura arriva una critica al presidente Zaia, non sulla dichiarazione dello stato di crisi ma sull'ordinanza regionale che consente alle attività florovivaistiche solo la consegna a domicilio o la «commercializzazione nell'ambito di esercizi commerciali legittimamente aperti». Un ulteriore sacrificio richiesto alle circa 1.500 aziende di questo tipo distribuite nel Veneto, di cui più di 200 nel Veronese, le quali hanno di fatto azzerato il loro fatturato.

Le nostre attività sono ferme da circa un mese, nel periodo in cui le vendite sono maggiori rispetto al resto dell’anno - ha commentato Fabiano Bortolazzi, imprenditore veronese socio di Coldiretti, che insieme ai soci Alberto e Mario e a collaboratori conduce la società agricola Arena Vivai a San Giovanni Lupatoto - Ci sono imprese del settore che nei mesi di marzo, aprile e maggio fanno il 70-80% del loro fatturato annuale. Arrivano i divieti ma non le garanzie che questi danni ci saranno risarciti. Sentiamo parlare di provvedimenti che verranno, di garanzie per l’accesso al credito, ma qui c’è bisogno innanzitutto dei risarcimenti del danno che stiamo subendo che a mio parere andrebbe calcolato facendo riferimento ai fatturati degli anni passati nello stesso periodo, prima ancora che le facilitazioni, pur indispensabili, per andare in banca a fare altri debiti per garantirci la liquidità. I danni che stiamo subendo sono per alcuni immediati, ad esempio per chi ha fiori che deve buttare, ma ci sono anche danni futuri per chi in questo periodo deve iniziare a fare nuovi impianti per l’anno prossimo ma non ha lo spazio per farlo, occupato dalle piante invendute.

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