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Cronaca Piazza Bra

Nuovo Dpcm: ipotesi mascherine all'aperto. Sboarina: «Covid si sta ripresentando»

Atteso per il 7 ottobre il nuovo Dpcm che dovrebbe contenere nuove restrizioni per tutti

Lo spauracchio è quello di ritrovarsi proiettati indietro nel tempo, anche in Italia, a sei mesi circa fa, quando il lockdown era alle porte e la situazione dei contagi iniziava a preoccupare. La situazione oggi, in realtà, appare comunque molto diversa almeno per due aspetti fondamentali: il primo è che il numero di positivi riscontrati non può essere paragonato stricto sensu a quello di sei mesi fa, ciò perché il contact tracing di allora (quasi inesistente) non equivale affatto a quello di oggi. L'elevato numero di tamponi che oggi si stanno svolgendo consente infatti di trovare i soggetti positivi molto spesso quando i sintomi ancora non sono emersi e ciò, in termini di valutazione dell'impatto epidemiologico sulle strutture sanitarie nazionali, è indubbiamente un vantaggio rispetto a sei mesi addietro. In secondo luogo, al netto dei negazionismi di ogni sorta, la consapevolezza tra i cittadini oggi è comunque più elevata rispetto a quella dei mesi di febbraio e marzo scorsi: tra mascherine e distanze sociali, il nostro quotidiano è profondamente mutato e certe abitudini sono ormai divenute ordinarie, oltre al fatto che le stesse strutture sanitarie, veri e propri centri a rischio elevatissimo ieri come oggi, stanno ormai da tempo adottando protocolli di sicurezza che, nell'incertezza ed inesperienza di sei mesi fa dinanzi al virus, certamente non erano così rigidi ed efficaci.

Tutto questo può servire a rassicurare i cittadini sul prossimo futuro? Sì e no, poiché è evidente che se da un lato il rischio di un nuovo lockdown nazionale, così come in passato lo abbiamo conosciuto, è certamente un'ipotesi ad oggi piuttosto allarmista, non è però da escludere invece che dei "micro-lockdown", intesi tanto in senso geografico quanto settoriale, cioè a dire relativi a determinate categorie produttive o a taluni ambienti e luoghi di intrattenimento, possano nei prossimi mesi ripresentarsi. Altrettanto possibili se non addirittura probabili appaiono poi essere nuove misure comportamentali da adottare e, soprattuto, potrebbero mutare i controlli relativi al rispetto di tali norme che, nei mesi estivi, certo non hanno mostrato, comprensibilmente anche per favorire la ripresa delle attività, un'eccessiva pignoleria e severità.

In queste ore si parla di rinnovare lo "stato di emergenza" fino al prossimo 31 gennaio 2021, mentre lo stesso premier Giuseppe Conte rassicura gli animi facendo presente che, per quanto in aumento, il numero dei contagi in Italia resta per ora «sotto controllo». Ciò detto, resta il fatto che il prossimo Dpcm, previsto per il 7 ottobre, dovrebbe contenere alcune misure che, senza drammatizzare troppo le cose, possono comunque essere definite più restrittive rispetto a quanto finora è avvenuto. La principale novità dovrebbe essere rappresentata dall'estensione dell'obbligo di utilizzare le mascherine anche all'aperto a prescindere dal luogo in cui ci si trova, il che avrebbe sicuramente il vantaggio di porre fine alle ambiguità inaugurate con l'infelice ordinanza del ministro della Salute che, oltre ad essere in larga parte costantemente disattesa, ha creato parecchia confusione anche in chi avrebbe dovuto svolgere i relativi controlli. Il governo, inoltre, starebbe valutando l'ipotesi di uniformare a livello nazionale alcuni limiti d'orario per i locali, sempre nell'ottica di rendere maggiormente controllata la cosiddetta "movida" e, dunque, i relativi rischi nella diffusione del contagio. La linea del rigore dovrebbe inoltre prevalere anche in tema di stadi e spettacoli, con il limite di 1.000 spettatori fissato per gli eventi sportivi (e non) all'aperto, mentre al chiuso non di dovrebbe poter più derogare al limite dei 200 spettatori. A Verona, chiaramente, il pensiero non può che andare all'Arena, dove tra cancellazioni e rinvii eccellenti, resta dunque da capire se un'eventuale nuova stretta sul numero di spettatori consentirebbe o meno di calendarizzare, come sarebbe invece auspicabile, per il prossimo anno i concerti pop saltati quest'anno.

Il sindaco scaligero Federico Sboarina è intervenuto nelle scorse ore con una breve nota per fare un po' il punto della situazione, cercando di analizzare questa fase di incertezza che sicuramente non lascia del tutto tranquilli tanto i cittadini quanto gli amministratori: «Mascherine, distanziamento sociale e lavaggio frequente delle mani. Sono queste le tre abitudini che ognuno di noi deve continuare a mettere in pratica per garantire la propria salute e quella degli altri. Facciamolo tutti, - ha dichiarato Sboarina - con mascherine anche all’aperto, e facciamolo fare ai nostri figli quando sono fuori con gli amici. Nessuno vuole tornare indietro ma al tempo stesso con l’autunno il Covid si sta ripresentando». Parole pacate ma piuttosto chiare quelle del sindaco di Verona Federico Sboarina che paiono in un certo senso anticipare eventuali nuovi provvedimenti nazionali. Il sindaco scaligero ha quindi aggiunto: «Stiamo monitorando attentamente la situazione cittadina e, al momento, non ci sono provvedimenti in arrivo anche per non generare sovrapposizioni con le ordinanze regionali e il decreto governativo, atteso entro mercoledì. La salute della nostra comunità è garantita dai puntuali controlli delle forze dell’ordine, della polizia locale e dei militari sul rispetto delle regole. Ai cittadini - ha poi concluso il sindaco Sboarina - chiedo senso di responsabilità, lo stesso già ampiamente dimostrato dalla maggior parte dei veronesi».

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