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Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

«Abbiamo riaperto una terapia semi-intensiva Covid, per la terza volta»

Lo ha scritto il primario di pneumologia dell'Aoui di Verona Claudio Micheletto, aggiungendo un decalogo di «punti chiari» con cui orientarsi in questa quarta ondata di coronavirus

«Abbiamo riaperto una semi-intensiva Covid, per la terza volta». Lo ha comunicato questa mattina, 12 dicembre, il primario di pneumologia dell'Aoui (Azienda ospedaliera universitaria integrata) di Verona Claudio Micheletto. Lo ha scritto in un lungo messaggio condiviso sul suo profilo Facebook, in cui il medico accantona tutte le polemiche e scrive un decalogo di «punti chiari» con cui orientarsi in questa quarta ondata di coronavirus.

Sull'apertura del reparto Covid a Borgo Trento, Micheletto ammette: «Nessuno di noi lo voleva, dopo gli otto terribili mesi che abbiamo trascorso tra ottobre 2020 e giugno 2021. Ma ci mettiamo a disposizione, come sempre, con spirito di servizio. Siamo abituati a lavorare per tutti, curiamo bronchitici cronici che fumano nei bagni, oppure sulla porta dell'ospedale, al freddo e in pigiama; curiamo cirrotici che assumono alcolici, diabetici che mangiano una pastiera a colazione, ipertesi e cardiopatici che prendono i farmaci solo quando si ricordano. Non polemizzo con chi non si vaccina, non lo chiedo nemmeno più».

Ed in questo «vortice continuo di polemiche, false notizie, urla e strepitii», il direttore della pneumologia di Verona qualche certezza e ce l'ha: «Il virus è coerente, almeno lui - ha dichiarato Claudio Micheletto - Si diffonde e produce ancora una grave polmonite. Il paziente uno della quarta ondata è uguale al paziente uno della prima ondata: polmonite grave, bilaterale, insufficienza respiratoria, micro-embolia, necessità di ossigeno e ventilazione.
Le cure domiciliari non guariscono tutti. I pazienti ora ricoverati sono stati tutti imbottiti di farmaci. A nessun medico è mai stata vietata la prescrizione di farmaci. La conferma arriva dai dati di vendita delle farmacie del primo semestre, che hanno superato ogni record.Ed i farmaci per una malattia agiscono sulla causa; quindi, l'unico farmaco sarebbe un anti-virale, che ancora non esiste.
Sento ancora dire che è una semplice influenza. Frase vergognosa, irrispettosa di tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo. Per la maggior parte è una influenza, certo, lo sappiamo, ma non per tutti: un 5-10% degli infettati finisce in ospedale. Ed un'altra frase ignobile ed irrispettosa è che si muore con il Covid e non di Covid.
Mascherine e distanziamento servono, come servono i vaccini. Non saranno perfetti, ma stanno contenendo i danni. L'immunità non è per sempre, ci si può comunque contagiare, qualcuno ha effetti collaterali, ma i risultati sono eccellenti, i numeri in Italia non sono nemmeno lontanamente confrontabili con quelli di ottobre-novembre 2020. Non sono sperimentali, la sperimentazione è già finita. Il numero dei vaccinati nel mondo è gigantesco e il profilo di tollerabilità è eccellente. Tutti ci auguriamo che la terza dose duri più a lungo e che in futuro ci siamo vaccini migliori.
Sento dire che gli ospedali sono vuoti di Covid. Gli ospedali sono pieni di altre patologie, se aumentano i numeri ci saranno ritardi per gli altri. Non ho rimpianti o rimorsi per gli ultimi due anni dedicati al Covid, abbiamo dato tutto, in termini di ore, di impegno fisico, nervoso e culturale. Ho ricoverato più di mille pazienti, ci siamo confrontati con colleghi da ogni parte del mondo, di giorno e di notte. L’unico rimorso è per chi abbiamo lasciato indietro, per chi non si poteva ricoverare, per chi ha avuto paura a venire in ospedale, per chi ha avuto ritardi di diagnosi.
Lasciate le polemiche, mettiamo tutti un piccolo mattone nel grande muro per isolare il virus. Uscite da convinzioni mono-tematiche: serve il vaccino, servono le cure, serve il distanziamento, servono le mascherine: serve tutto, aprite la mente e valutate la situazione nella globalità. Non ci sono complotti, non ci sono satanisti e non ci sono feti umani. Ci sono tante persone di buona volontà che in silenzio fanno il proprio lavoro: vanno in ospedale, ad insegnare, aprono bar, entrano in fabbrica».

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