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Covid-19, lettera aperta della sanità veronese: «Imperativo etico: vaccinarsi»

Nel messaggio rivolto a tutta la cittadinanza: «Il sistema ha retto perché tutti i professionisti sanitari hanno dato fondo a tutte le loro energie. E continuerà a reggere grazie alla collaborazione e alla vicinanza della popolazione»

«Con questa lettera ci rivolgiamo a voi, cittadine e cittadini di Verona e provincia, per condividere alcune nostre riflessioni e preoccupazioni sulla pandemia di Covid-19». Parla con un'unica voce il personale della sanità scaligera. O meglio, scrive. È stata infatti firmata da tutti la lettera aperta alla cittadinanza veronese. L'hanno sottoscritta l'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, l'Ulss 9 Scaligera, gli ordini dei farmacisti, degli infermieri, dei medici ed odontoiatri, dei veterinari, l'ordine della professione di ostetrica, dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie e tecniche, della riabilitazione e della prevenzione di Verona, oltre che dall'Università di Verona.

«Ci troviamo di fronte ad una delle più grandi tragedie della storia dell'umanità, con gravissime conseguenze sulla salute della popolazione e sull’economia mondiale con un aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, e del divario nella ricchezza - si legge nel messaggio rivolto a tutti i veronesi - L'Italia è stato il primo paese occidentale ad essere colpito dalla pandemia e ancora oggi è uno dei paesi con il maggiore numero di casi e con un numero di morti rispetto ai malati tra i più elevati. Abbiamo tutti di fronte agli occhi le immagini di Bergamo, così come quelle dei volti dei pazienti, ricoverati in ospedale privi del conforto dei familiari, e dei volti di medici e infermieri segnati dalla stanchezza e dal senso di impotenza di fronte ad una patologia sconosciuta. Da allora sono stati fatti notevoli passi in avanti; la ricerca nazionale ed internazionale ed il contributo di importanti ricerche di medici veronesi, hanno permesso di comprendere meglio l'andamento della patologia, di capire quali sono le terapie più adeguate e quali i comportamenti più efficaci per limitare la diffusione del contagio. Nonostante questo, il virus non ha mollato la presa e ancora oggi ci troviamo ad affrontare una situazione emergenziale drammatica».

La lettera aperta si concentra poi sulla situazione locale: «La cosiddetta seconda ondata sta colpendo in modo particolare la nostra regione e la nostra provincia. Si poteva evitarlo? Forse, difficile dirlo, così come è difficile indicare quali siano le strade da percorrere. Pensiamo, tuttavia, che il nostro servizio sanitario sia riuscito a rispondere in maniera adeguata all’emergenza. A Verona abbiamo dovuto fronteggiare oltre 48.000 casi con migliaia di ricoverati in reparti Covid ed in terapia semintensiva o intensiva. Situazione non facile, ma crediamo che la rete ospedaliera e territoriale abbia retto. Certo, non tutto ha funzionato come speravamo. Le conseguenze sono ricadute anche sui pazienti affetti da altre patologie, visite ed esami sono stati in molti casi necessariamente rinviati e si sono registrati ritardi. Ma siamo riusciti, almeno così riteniamo, a dare sempre risposta alle situazioni più gravi non lasciando indietro nessuno. Tutti i professionisti sanitari, senza distinzione, hanno dato fondo a tutte le loro energie e mostrato uno spirito di dedizione che è andato oltre la professionalità richiesta. È proprio grazie al loro lavoro che il sistema ha retto, questi lavoratori non si sono tirati indietro nonostante appartengano, come dimostrano i dati dell'Inail, alla categoria lavorativa maggiormente colpita dal contagio. Ma il sistema sanitario ha retto e continuerà a reggere soprattutto grazie alla collaborazione e alla vicinanza della popolazione».

Ed ecco l'appello rivolto ai cittadini: «Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di sentire che i nostri sforzi siano valutati tenendo sempre in considerazione l'eccezionalità e la gravità della pandemia di Covid-19. Abbiamo di fronte ancora mesi difficili, siamo tutti stanchi ma non possiamo permetterci di mollare. Dobbiamo fare tutti la nostra parte comportandoci in maniera adeguata. Un ruolo importante da questo punto di vista dovrà, come sempre, essere svolto dai giornalisti con una informazione libera ed equilibrata. Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere uniti, di camminare nella stessa direzione. Abbiamo iniziato una campagna vaccinale senza precedenti. In meno di un anno, grazie agli sforzi congiunti delle aziende farmaceutiche e degli enti pubblici, sono già stati sviluppati alcuni vaccini ed altri arriveranno a breve. L'Agenzia italiana del farmaco vigilerà sulla loro sicurezza e l'Università di Verona sarà in prima fila in questa attività. Vaccinarsi, e per primi lo hanno cominciato a fare gli operatori sanitari, dovrà essere un imperativo etico per tutti, con la consapevolezza che così si potrà sconfiggere il virus. Come ha scritto Papa Francesco: "Nessuno può salvarsi da solo". Solo unendo efficacemente le forze e dandoci una mano per aiutare chi ne ha bisogno, potremo ritornare a sognare e superare insieme questo difficile momento».

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