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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Cori razzisti, Tosi e D'Arienzo replicano alle parole di Farioli

Dopo l'episodio vergognoso sul campo della Pro Patria il primo cittadino bustocco cerca di passare la patata bollente ad altri. Il sindaco scaligero: "Fortunatamente noi non siamo come voi". Il segretario del Pd: "Inaccettabile attacco alla città"

Ancora una volta, mentre nel mondo del calcio esplodono polemiche e critiche per il comportamento degli ultras negli stadi, a venire presa ad esempio negativo è la città di Verona con la sua tifoseria. Che tra i supporter gialloblù siano presenti anche elementi estremi e incivili è cosa ormai risaputa, ma pare proprio che i colpi di testa di qualche esaltato siano sempre presi a modello per bollare l'intera realtà scaligera come barbara e razzista. Persino quando Verona non c'entra proprio nulla.

VERGOGNA ALLO STADIO - Tutto è iniziato allo stadio Speroni di Busto Arsizio, in occasione di un'amichevole tra Milan e Pro Patria. Neanche un minuto dal fischio d'inizio e immediatamente dalla curva bustocca sono piovuti cori, fischi e pesanti insulti razzisti in direzione di Kevin Prince Boateng, così come dei suoi compagni Niang, Emanuelson e Muntari. La reazione del bomber rossonero è di rabbia: dopo neanche mezz'ora il calciatore non ce la fa più, scaglia il pallone contro la curva della Pro Patria e, togliendosi la maglia, lascia il campo, subito seguito dal resto della squadra meneghina. Protagonisti e commentatori del mondo del calcio fanno subito quadrato intorno ai giocatori del Milan e per la tifoseria bustocca l'unico aggettivo che viene usato è "vergognosa".

DA BUSTO ARSIZIO ALL'ARENA - E' in questo clima che il sindaco di Busto, Gigi Farioli, forse cercando di passare ad altri la patata bollente, ha chiamato in causa il capoluogo scaligero: "Questa non è gente di Busto Arsizio - ha detto il primo cittadino - non deve andarci di mezzo tutta la città, qui non siamo a Verona". Farioli, insomma, non solo porta avanti l'idea del proprietario della Pro, Pietro Vavassori, che si tratti di persone "che non vediamo mai allo stadio", ma chiama in causa anche chi in tutto questo c'entra davvero poco. Che gli esaltati di ieri non siano spesso sulla curva, innanzitutto, risulta poco credibile: già in passato la squadra era stata mutata (anche molto pesantemente) per cori e insulti razzisti provenienti dalla tifoseria. Se poi bisogna prendere come esempio Verona e l'Hellas, quelle multe sarebbero dovute essere ancora più pesanti, visto che i gialloblù hanno sempre pagato molto cara l'esuberanza dei loro sostenitori.

SINDACO CONTRO SINDACO - A difendere la terra di Giulietta e Romeo, comunque, ci ha pensato il primo cittadino scaligero Flavio Tosi, da sempre orgoglioso della sua città e sincero supporter di Mandorlini, Cacia e compagni. Il sindaco veronese, lo stesso che, è bene ricordarlo, si schierò in prima linea contro i responsabili (gialloblù) dei cori contro Morosini, non ci ha messo molto a rispondere a tono alle affermazioni di Farioli: "Il sindaco di Busto ha perfettamente ragione: fortunatamente Verona non è come Busto Arsizio". Per Tosi sport e rispetto devono andare di pari passo, ma ancora più importante è comportarsi correttamente con gli altri e, sicuramente, la frecciata di Farioli è stata tutto tranne che corretta.

IL PD VERONESE ATTACCA - In una nota diffusa il segretario provinciale dei democratici, Vincenzo D'Arienzo, commenta così i cori di Busto Arsizio e le parole del sindaco Farioli: "Il Partito Democratico di Verona esprime tutta la propria solidarietà al calciatore del Milan Kevin Prince Boateng per quanto avvenuto durante l'amichevole di Busto Arsizio. La scelta del capitano Massimo Ambrosini di ritirare la squadra ed interrompere la partita è stata necessaria per accendere i riflettori su una situazione ormai intollerabile e che deve essere risolta. Ogni manifestazione razzista, oltre ad essere sbagliata in sé, è quanto di più lontano dallo spirito dello sport. Devono finire gli atteggiamenti di tolleranza o comprensione verso certi gesti che non hanno nulla a che vedere con lo sport né con la passione per la propria squadra. Le parole del Sindaco di Busto Arsizio sono inaccettabili, perché ancora una volta ci si nasconde dietro i 'soliti pochi imbecilli' che rovinerebbero il nome di un intera città. Inaccettabile è poi l'attacco all'intera città di Verona, che è del tutto fuori luogo considerato quanto avvenuto a Busto. Noi pensiamo però che non devono esserci più distinguo e che l'accesso agli stadi debba essere consentito solo ai tifosi che vogliono sostenere la propria squadra, lasciando fuori chiunque compia gesti o azioni violente o razziste. Basta visitare qualche sito o blog di sedicenti tifosi, anche veronesi, per vedere come, facendosi scudo della cosiddetta "mentalità ultras", vi siano facinorosi organizzati che impongono messaggi razzisti, di odio e intolleranza che nulla hanno a che vedere con lo sport. Purtroppo anche a Verona tante volte è prevalso un atteggiamento di giustificazione o si è minimizzata la gravità di espressioni razziste. Ciò non deve più accadere. Condividiamo totalmente le parole dell'allenatore del Milan Massimiliano Allegri che ha sottolineato come si debba 'smetterla con questi gesti incivili. L'Italia deve migliorare sotto questo punto di vista e diventare un Paese più civile, educato ed intelligente'."

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