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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Autocertificazione per gli spostamenti, ecco perché potrebbe tornare ad essere utilizzata

Situazioni di necessità, esigenze lavorative e urgenze: torna il "simbolo" del lockdown?

Sono ore complicate e frenetiche quelle che in tutta Italia ed in modo differente nelle varie Regioni gli amministratori locali al pari dei politici nazionali stanno vivendo. Il Veneto e la provincia di Verona come ribadito anche dal sindaco Sboarina a seguito del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutosi ieri, non sono ancora giunti a livelli di guardia e tutto si farà per scongiurare restrizioni o chiusure anche parziali di settori economici o aree geografiche. Ciò detto si è però iniziato a parlare di controlli nei centri commerciali o anche in alcuni quartieri della città giudicati sensibili poiché potenzialmente luoghi dove si verificano assembramenti (piazze della cosiddetta "movida", ma anche i mercati). Le prossime ore saranno decisive a fronte delle decisioni che, come chiarito da un circolare del capo di Gabinetto del ministero dell'Interno inviata ai prefetti, i sindaci dei Comuni potranno prendere in virtù di quanto stabilito dal nuovo Dpcm del 18 ottobre.

Tuttavia, il Veneto e a maggior ragione Verona che è una provincia di confine, non sono territori isolati e completamente a sé stanti. Anzi, il loro essere limitrofi alla Regione Lombardia ed in particolare per Verona alla province lombarde di Brescia o Mantova, li mette in stretta connessione con quanto avviene tanto sotto il profilo sanitario, quanto politico e normativo anche in quelle zone. Di queste ore è la richiesta che proviene proprio dai sindaci delle città capoluogo di provincia lombarde di istituire una sorta di "coprifuoco", così come lo ha chiamato il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala, a partire dalle ore 23 della sera per circa tre settimane. Il tutto dovrebbe passare attraverso una decisione del governatore lombardo Fontana, proprio in queste ore impegnato però a chiarirsi con il suo leader nazionale Matteo Salvini. 

Se dovesse concretizzarsi l'ipotesi di un "coprifuoco" serale a partire dalle ore 23 su scala regionale in Lombardia, evidentemente la cosa toccherebbe da vicino anche alcuni cittadini veronesi. Si pensi a chi abita appunto nelle zone di confine, da Peschiera verso Sirmione per fare un esempio tra i tanti possibili. In sostanza, stando alle indiscrezioni di queste ore, l'idea di un "coprifuoco" dovrebbe persino reintrodurre il "famigerato" strumento dell'autocertificazione per gli spostamenti che aveva caratterizzato il periodo più buio del lockdown nei mesi scorsi. Questo perché, nuovamente, in caso di "coprifuoco" dalle ore 23 in tutta la Lombardia, o se del caso solo in alcuni suoi Comuni o province, gli spostamenti dalla propria abitazione dovrebbero tornare ad essere possibili solamente in caso di "situazioni di necessità", "comprovate esigenze lavorative" e situazioni di "assoluta urgenza".

Tutto questo, è bene sottolinearlo, varrebbe però tanto per i residenti in Lombardia, quanto anche per quelli che risiedono in Veneto o altre Regioni e province di confine che decidessero di spostarsi scavallando il limite regionale. Insomma, per le prossime ore è bene cercare di restare aggiornati anche sulle evoluzioni normative non solo interne al Veneto ma anche delle province e regioni limitrofe. Giusto per fare un esempio, già oggi sulla base delle regole vigenti se vi dovesse capitare di andare al cinema a Mantova, oppure in una sala cinematografica o in un teatro di un qualsiasi Comune lombardo, ebbene sappiate che vige l'obbligo di indossare la mascherina anche durante lo spettacolo, in virtù di un'ordinanza regionale che ha modificato in senso restrittivo il protocollo nazionale.

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