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Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Province, stop della Consulta: nessun accorpamento Verona-Rovigo

Il decreto "Salva Italia" del governo Monti sul riordino degli enti locali, mai convertito in legge, è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte suprema. Gli amministratori esultano

Province, si torna all'Anno Zero. Nessun taglio, nessuna riduzione e alcun accorpamento. La Corte costituzionale ha bocciato la riforma giudicandola, appunto, "incostituzionale". Da 7 a 5: così era provvisto per le Province venete, tra polemiche e contrasti vari, con il decreto legge "salva Italia" del governo Monti che fissava riduzioni e accorpamenti degli enti locali.

La Consulta ha accolto così i ricorsi di diverse Regioni, compreso il Veneto che ponevano questioni di legittimità costutuzionale. Annullato dunque il decreto: per modificare le province serve una riforma di revisione costituzionale vera e propria. E quindi dibattito e polemiche si riaccendono: il decreto, non convertito in legge, prevedeva l'accorpamento di Verona e Rovigo e Treviso con Padova. Si salvavano Vicenza e Belluno, entrambe, però, commissariate. Venezia diventava città metropolitana.

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E adesso? "La riforma del sistema deve proseguire" affermano dal governo. Pd e Pdl, a parole, si trovano d'accordo sul taglio delle province adeguandosi alle indicazioni della Corte e accelerando l'iter costituzionale. L'unica forza contraria fin da subito è la Lega Nord, che conta diversi esponenti ai vertici degli enti locali provinciali. Quindi le resistenze tra gli amministratori provinciali restano. Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso e dell'Unione Province venete in quota Carroccio, afferma "Ripristinata la legalità, si tratta di una grande vittoria politica e morale. Adesso attendiamo di leggere le motivazioni e di riaprite un dialogo serio con il governo. Sappiamo che lo stato va riordinato, ma il processo di riordino non deve passare solo dalle province ma toccare tutta l'architettura statale, a cominciare dall'eliminazione dei tanti enti doppione".

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