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Cronaca Centro storico / Stradone San Fermo

Nessuno paga la bolletta, il conservatorio di Verona resta al buio

Alla sede staccata "Dall'Abaco" di Casa Boggian gli studenti cercano di sfruttare al massimo le lunghe giornate di luce estiva. Il problema nasce da un contenzioso su chi deve pagare, tra Provincia e Stato

"Costretti a studiare vicino alle finestre. L'unico modo perché altrimenti non riusciremo a suonare", dice uno studente. "Abbiamo difficoltà nella lettura della partitura, nello studio. Non si può proprio andare avanti così, senza avere gli aiuti indispensabili per l'andamento degli studi giornaliero", confessa un collega. Non si tratta di una di quelle iniziative molto glamour in cui si discute o si cena a lume di candela mentre alcuni musicisti intonano melodie nella penombra. Il conservatorio "Dall'Abaco" rischia proprio di restare al buio per una fastidiosa vicenda di bollette da pagare. Per ora gli studenti cercano di sfruttare al massimo le lunghe giornate di luce estiva. Il problema nasce da un contenzioso su chi deve pagare, tra Provincia e Stato.

E l'esperienza di essere "costretti a suonare vicino alla finestra perché non c'è è corrente elettrica" sta diventando paradossale e grottesca per gli studenti del conservatorio veronese di Verona. Da alcuni giorni, nella sede staccata di Casa Boggian, su stradone San Fermo, si lavora a luci spente perché la Provincia ha staccato la spina. Alla base del caso un contenzioso c'è la gestione del l'immobile che, secondo l'ente provinciale, spetterebbe allo Stato, in quanto si tratta di formazione a livello universitario. E in attesa che si chiarisca la vicenda si continua a luci spente, sperando che il provvedimento non si estenda alla sede centrale di Palazzo Giuliari, in via Massalongo. "Fino adesso pagava la Provincia - spiega il direttore del Conservatorio, Ward Perkins - tramite le convenzioni in atto. Tuttavia, da tre giorni, senza preavviso, l'ente ha deciso di staccare la luce dicendo che non spetta più a Verona pagare la corrente. In pratica ci ha detto 'arrangiatevi' ".

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