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Cronaca

Confesercenti, guerra alla Camera di Commecio

Meneguzzo: "Bianchi l'unico ad aver mantenuto alte le tasse per le imprese"

La Camera di Commercio di Verona è l’unica del Veneto ad aver alzato e mantenuto alta la tassazione per le imprese, anche in un periodo di crisi come questo. Questa la denuncia lanciata da Fabrizio Tonini, direttore di Confesercenti e membro del consiglio dell’ente presieduto da Alessandro Bianchi: "Il consiglio ha deliberato anche per quest’anno il mantenimento della maggiorazione del 15% sul diritto camerale, una tassa che qualsiasi impresa paga ogni anno direttamente alla Camera di Commercio. Un intervento che non si riscontra in nessun’altra città del Veneto e che va a danneggiare ulteriormente il tessuto economico scaligero".

Quella dell’aumento del diritto camerale è una vicenda che ha inizio nel 2001, quando il consiglio votò l’aumento straordinario di questo diritto camerale, previsto per favorire gli investimenti della Fondazione Arena, della quale la Camera di Commercio è socia: "All’inizio questo aumento doveva durare solo tre anni – ha spiegato Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti –, proprio per permettere all’ente areniano di investire 1,5 milioni di euro l’anno su nuove strutture. In realtà questi soldi sono serviti per coprire i buchi finanziari, e da straordinario il contributo è diventato ordinario. Anzi, è già stato inserito nel bilancio di previsione dei prossimi anni. Noi di Confesercenti siamo stati l’unica associazione di categoria presente in consiglio a votare contro questo provvedimento".

Secondo Meneguzzo la Camera di Commercio si sta allontanando sempre di più da quello che è il suo reale scopo, partendo anche dall’aumento dei compensi dei membri di giunta, consiglio e del presidente: "Tutto questo non è concepibile in una struttura il cui scopo è quello di favorire le imprese. In un momento di crisi come questo uno dei primi provvedimenti del nuovo corso Bianchi è stato quello di aumentarsi i compensi, a spese, ovviamente delle aziende veronesi. Anche in questo caso siamo stati l’unica voce fuori dal coro. Ormai l’ente sembra più lontano dalle vere esigenze del sistema imprenditoriale". L’aumento del diritto camerale garantisce alla Camera di Commercio un introito maggiorato di circa 2,5 milioni di euro, soldi che secondo Meneguzzo dovrebbero essere ridati alle imprese: "Si disse che bisognava cambiare registro, erogare contributi mirati e dedicati esclusivamente allo sviluppo del territorio. In realtà si danno in modo discrezionale in base a legami più o meno politici, gli stessi che hanno portato l’ente ad essere gestito solo da due o tre associazioni di categoria che si spartiscono poltrone e soldi. Una bella differenza rispetto alla precedente legislatura, quando si puntava ad una rappresentanza più ampia possibile per coprire tutto il territorio e i suoi componenti economici". "Come Confesercenti insisteremo nella nostra battaglia perché cambino le cose – ha concluso Meneguzzo –, ma finché il nostro voto che si oppone a tutto questo sarà l’unico, la faccenda sarà sempre di difficile".

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