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Cronaca San Giovanni Lupatoto / Via Antonio Pacinotti

Usa il termine "finocchio" con un dirigente, amministratore delegato condannato

Il pastificio di San Giovanni Lupatoto precisa: «Esclusi qualsiasi condotta o atteggiamento persecutorio omofobo in capo all'azienda»

Il Pastificio ha sempre negato e continua a negare che il suo amministratore delegato G.L.R. abbia mai rivolto appellativi omofobi al suo ex dirigente.

È l'inizio del messaggio ufficiale con cui l'azienda di San Giovanni Lupatoto ha espresso la propria posizione in merito alla recente sentenza della Corte di Cassazione nel processo che vedeva imputato G.L.R., amministratore delegato dell'azienda e figlio del patron.
Anche nel terzo grado di giudizio, G.L.R. è stato ritenuto colpevole di aver offeso un ex dirigente, dandogli del "finocchio" dal 2001 al 2007, periodo in cui il manager lavorava per la ditta veronese. Un «concreto e grave pregiudizio alla dignità del lavoratore nel luogo del lavoro, al suo onore e alla sua reputazione», per i giudici che hanno respinto il ricorso dell'accusato, ritenuto già colpevole dal Tribunale di Verona e dalla Corte d'Appello. Una sentenza che ha confermato il risarcimento di cinquemila euro richiesto dalla vittima.

L'azienda precisa che già la sentenza di primo grado aveva «escluso qualsiasi condotta o atteggiamento persecutorio omofobo in capo all’azienda. Inoltre, le originarie accuse di mobbing, danni alla salute, mancati pagamenti di bonus e tfr avanzate dall'ex dirigente, sono state rigettate e non appellate».

Non ha comunque retto la linea difensiva basata sul fatto che la parola "finocchio" veniva utilizzata scherzosamente e in un clima cameratesco. In più il Pastificio ha voluto sottolineare quanto l'ex dirigente abbia ammesso in tribunale: «Professionalmente devo molto all'azienda», ha dichiarato l'ex manager, il quale «ha sviluppato con successo il suo percorso di carriera», ha aggiunto l'azienda. 

L'ordinanza della Corte di Cassazione si basa solo su presunzioni desunte dalla testimonianza di altri due ex-dirigenti fuoriusciti dall'azienda, parti in causa di pregressi contenziosi con il Pastificio - conclude la nota della ditta veronese - Tutto il Pastificio e in particolare G.L.R. sono profondamente rammaricati dalla strumentalizzazione di una vicenda che, è bene ribadirlo, nulla ha a che fare con il tema della discriminazione e dell'orientamento sessuale. Il Pastificio, con i suoi 3.200 dipendenti in 52 paesi nel mondo, rappresenta un esempio positivo di valorizzazione dell'unicità delle persone e ritiene l'eterogeneità forma imprescindibile di crescita culturale per tutta l'azienda.

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