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Cronaca Università / Via San Francesco

Concorsi truccati, nell'indagine "Università bandita" finisce anche l'ateneo di Verona

«Le indagini - riferisce la questura catanese - hanno documentato l’esistenza di un vero e proprio codice di comportamento "sommerso" operante in ambito universitario»

Un'operazione che ha scoperchiato, per quanto riguarda diversi "concorsi universitari truccati", un sistema definito «squallido» dagli stessi inquirenti e che da tempo sarebbe stato vigente all'interno dell'università di Catania, ma che parrebbe coinvolgere anche docenti di numerose altre università italiane. Secondo la procura di Catania, infatti, emergerebbe dalle indagini una sorta di accordo che si estenderebbe anche a figure interne ad altri atenei, con i professori coinvolti nelle commissioni esaminatrici preoccupati, non tanto di giudicare il merito, ma di «non interferire» sulla scelta del futuro vincitore, favorendo il candidato «designato» in precedenza.

Le indagini sono state condotte dalla procura etnea e dagli agenti della polizia della Digos che hanno eseguito un’ordinanza di sospensione dal servizio per il rettore dell’Università di Catania e per nove docenti (con posizioni importanti all’interno dei dipartimenti) ritenuti dagli inquirenti, a vario titolo, responsabili dei reati di "associazione a delinquere", "corruzione" e "turbativa d’asta".

Le intercettazioni ai docenti dell'università di Catania

Secondo quanto riferisce CataniaToday, sono inoltre in corso 41 perquisizioni anche nei confronti di altri indagati. Nel procedimento sono complessivamente iscritti 40 professori delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.

L’operazione della Digos, denominata "Università Bandita", avrebbe già consentito di accertare l’esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore. 

Università di Verona: «Concorsi non riguardano nostro ateneo»

In merito alla vicenda riguardante le indagini della Procura di Catania sulla serie di concorsi indetti dall’università di Catania, l’ateneo di Verona precisa in una nota ufficiale diramata in queste ore che «ad oggi non è stata ricevuta alcuna comunicazione da parte delle autorità giudiziarie e che non è stato comunicato nessun provvedimento giudiziario nei confronti di docenti dell’ateneo. Si ricorda, inoltre, - conclude la nota dell'università scaligera - che tali indagini non riguardano concorsi indetti dall’ateneo di Verona».

Questura: «Documentato codice di comportamento "sommerso" nelle università»

Per quanto riguarda «l’assunzione e la progressione in carriera dei docenti universitari», gl inquirenti di Catania scrivono a loro volta in una nota che «il sistema delinquenziale non è ristretto all’Università etnea ma si estende ad altri atenei italiani, i cui docenti, nel momento in cui sono stati selezionati per fare parte delle commissioni esaminatrici, si sono sempre preoccupati di "non interferire" sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei casi in cui non fosse meritevole».   

Ascolta le intercettazioni nel video divulgato dalla questura di Catania

Sulla base delle indagini in corso, dunque, come sempre si legge nella nota divulgata dalla questura di Catania, «il gip ha riconosciuto l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di 40 indagati coinvolti nella richiesta cautelare avanzata da questo ufficio. Le indagini - prosegue con toni allarmanti la nota stampa della questura etnea - hanno documentato l’esistenza di un vero e proprio codice di comportamento "sommerso" operante in ambito universitario, secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati, nessuno spazio deve essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo può essere presentato contro le decisioni degli organi statutari».

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