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Cronaca San Giovanni Ilarione / Via Allegri

Concerie nei guai per frode fiscale: sequestri per 1 milione e mezzo di euro

Simulavano la cessione di pelli in Portogallo, accumulando così un credito IVA inesistente che utilizzando poi per pagare i propri debiti allo Stato ma la Guardia di Finanza li ha scoperti

La Guardia di Finanza di Verona ha sequestrato beni per circa 1 milione e mezzo di euro a quattro persone, che risultano indagate per una frode fiscale messa in atto da alcune società di San Giovanni Ilarione, che operano nel settore della lavorazione del pellame. 

La vicenda ha preso il via da una complessa indagine che si è svolta dal 2012 al 2014, nei confronti di una serie di concerie, che ha portato alla scoperta di una grossa frode dell’I.V.A., mediante un giro di false fatturazioni tra imprese italiane e portoghesi. Praticamente le società scaligere che beneficiavano del raggiro, simulando la cessione di pelli in Portogallo, provenienti invece da altre aziende nostrane in combutta per non pagare l'imposta, si sono create un credito I.V.A. in realtà inesistente, che è stato successivamente utilizzato per compensare altre imposte che avrebbero dovuto versare all’Erario. Il risultato conclusivo di questa frode quindi è stato quello di annullare il debito con il fisco. 

I Finanzieri della Tenenza di Soave quindi, hanno accertato che le imprese coinvolte nella frode avevano dichiarato negli anni dal 2009 al 2012 costi fittizi per 4.327.086 euro, evadendo l'Imposta sul Valore Aggiunto per un totale di 1.535.871 euro.

Al termine delle attività investigative, otto persone sono state segnalate all'Autorità Giudiziaria per frode (violazione degli artt. 2, 8 e 10-quater del D.Lgs. n. 74/2000), che ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla “confisca per equivalente”, dei beni nella disponibilità degli indagati.

Nei giorni scorsi, i militari di Soave hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo disposto dal G.I.P. del Tribunale di Verona ed hanno sottoposto a sequestro fabbricati e terreni ubicati nei comuni di San Giovanni Ilarione, Monteforte d’Alpone e Montecchia di Crosara, nonché quote societarie e saldi attivi di conti correnti per un valore di circa 1 milione e 500 mila euro, nella disponibilità di quattro degli indagati.

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