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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Michele / Via San Michele

Festa in cella con foto. Direttrice del carcere indagata e Ministro interrogato

L'onorevole del M5S, Mattia Fantinati, si è rivolto ad Andrea Orlando dopo aver appreso la notizia dell'accusa di favoreggiamento per Maria Grazia Bregoli, in seguito all'episodio del compleanno di Emanuel Demaj

La procura di Vicenza ha iscritto sul registro degli indagati la direttrice del carcere di Verona Montorio per favoreggiamento personale nell’ambito dell’inchiesta che vede al centro il boss albanese Emanuel Demaj, condannato in appello a 12 anni per una serie di rapine.

Così Mattia Fantinati, onorevole del Movimento 5 Stelle, commenta l'azione intrapresa dalla procura, dopo il caso che aveva visto Demaj comparire in una foto su Facebook che lo ritraeva in cella mentre festeggiava il compleanno con altre persone. Peccato però che i detenuti non possono tenere un telefono cellulare in carcere. Almeno in teoria. 

Lo stesso durante la sua festa di compleanno in cella aveva scattato una foto, fatta poi postare su facebook. Proprio per questo sorriso beffardo sfoggiato nella fotografia, che ritengo uno schiaffo al nostro sistema carcerario, chiedo con una interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, quali le misure che s’intendono adottare a livello centrale per monitorare i casi di ingresso illecito dei telefoni cellulari nelle carceri, impartendo direttive a rafforzamento dei controlli da parte del personale di Polizia penitenziaria.

Nella sua nota poi, il politico veronese spiega quanto emerso nelle ultime ore in merito alla vicenda. 

Secondo quanto riportato dalla stampa, i carabinieri vicentini avevano un mandato di perquisizione della sua cella ma la direttrice si sarebbe opposta, di fatto facendo slittare il controllo di alcune settimane. Demaj venne trovato, poi, nella disponibilità di un telefonino, entrato chissà come all’interno del carcere di Montorio.

Il pregiudicato, in passato, era già stato trovato in possesso di uno smartphone usato per chiamare il fratello, recluso nel carcere di Lione.

Come riferito dal ministro in indirizzo, nel 2016, nella risposta ad una interrogazione sull’argomento, «l'istituto di Verona «Montorio» nel mese di ottobre 2015 è stato sottoposto a visita ispettiva, all'esito della quale… si è concluso come permangano criticità, riconducibili all'inadeguato contributo dei capi area sicurezza e trattamentale. Il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha comunicato come già in passato si siano verificati, presso l'istituto in questione, illeciti ingressi di telefoni cellulari… ».

Per chiarire ulteriormente la situazione all’interno del carcere di Montorio il ministro della giustizia aveva aggiunto che «la Procura della Repubblica di Vicenza, nell'ambito di un procedimento che vedeva tra gli indagati anche il Demaj, aveva accertato previa acquisizione dei tabulati telefonici e alla intercettazioni del fratello, che l’albanese, durante la detenzione, aveva potuto disporre, in successione, di 7 SIM card telefoniche, inserite di volta in volta in 23 diversi telefoni cellulari, e che lo stesso ne faceva ancora utilizzo. La perquisizione eseguita il 31 marzo 2016 presso l'istituto di Verona consentiva di rinvenire anche un telefono smartphone abilitato all'accesso ad internet, in cui era inserita una delle SIM card precedentemente usate dal Demaj; il telefono è stato rinvenuto nella cella n. 204, prossima a quella del Demaj, mentre nella lavanderia, accessibile a tutti i detenuti della sezione, è stato trovato un seghetto di 15 cm.»

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