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Cronaca San Zeno / Viale Cristoforo Colombo

Documenti falsi per ottenere il permesso di soggiorno. Coinvolto veronese

È un commercialista di Vigasio, ma che operava anche a Prato da dove è partita l'indagine della guardia di finanza con 83 indagati, 15 arresti e 111 perquisizioni

All'alba di ieri, 16 novembre, 400 uomini della guardia di finanza hanno arrestato 15 persone (3 in carcere e 12 ai domiciliari), notificato 19 obblighi di dimora e denunciato a piede libero altri 49 soggetti. Il totale è 83 indagati, nei confronti dei quali sono state eseguite 111 perquisizioni.

Sono i risultati dell'indagine portata avanti dalle fiamme gialle di Prato e donominata "Colletti bianchi". Al centro di questa indagine due studi professionali, uno del commercialista di Vigasio A.R. e l'altro del consulente di Pistoia F.R.. Oltre ad avere uno studio a Verona, il commercialista scaligero operava anche a Mantova e a Prato, mentre il suo complice solo a Prato e Pistoia. Per loro le accuse sono: associazione per delinquere, truffa aggravata all’Inps, induzione alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violazione alla normativa sul rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno, oltre alle violazioni della normativa in materia di immigrazione clandestina.

I titolari dei due studi insieme ad alcuni dipendenti, fra cui anche cinesi, hanno favorito la permanenza illegale in Italia ad un numero enorme di cittadini extracomunitari, soprattutto cinesi. Una consulenza illegale ben retribuita e non fatturata, basata sulla produzione di buste paga, bilanci, assunzioni e certificati falsi, sostituzione di persona, tutti rigorosamente falsi. Il tutto finalizzato al rinnovo del permesso di soggiorno.

L'illecito più frequente era quello delle finte assunzioni, nascoste dietro false buste paga, ma che risultavano regolari (anche a seguito delle comunicazioni al Centro per l’Impiego e alla Questura). Servendo solo per l'ottenimento del permesso di soggiorno, queste assunzioni avvenivano in prossimità della scadenza del precedente permesso. Una volta ottenuto il rinnovo, il dipendente formalmente veniva licenziato rimanendo comunque a lavorare, generalmente in nero.

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