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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Illasi

Coldiretti, accoglienza "in azienda" anche nel Veronese per le madri in fuga dall'Ucraina

«L’accoglienza in azienda è un’esperienza di solidarietà attiva, dove l’aiuto arriva dalla condivisione di pratiche e esperienze scandite dai ritmi della natura, dallo scambio di conoscenze e saperi, storie e narrazioni che unisce da sempre le mamme e le donne di tutti i paesi»

Giovani madri con i loro figli in fuga con poche cose, spesso solamente i vestiti necessari e il cibo, a volte anche con l'animale domestico. Arrivano così le 55mila donne che scappano dall’Ucraina, molte delle quali costrette a lasciare mariti, compagni e ragazzi al fronte, e scatta quindi la solidarietà delle donne della Coldiretti attraverso iniziative che vanno da nord a sud dell'Italia per fornire accoglienza, cibo e lavoro, ma anche con il coinvolgimento nella vita aziendale.
È quanto afferma Chiara Bortolas, responsabile di Coldiretti Donne Impresa, in occasione della Festa della Mamma che si celebra l’8 maggio, dedicata quest’anno alla solidarietà verso le mamme ucraine.

 In Veneto le famiglie agricole hanno spalancato le porte delle loro aziende mettendo a disposizione spazi, attività ricreative di agriturismi, fattorie didattiche e sociali per abbracciare le persone in difficoltà. Spesso sono i produttori di Campagna Amica a recapitare la spesa per fornire gli alimenti quotidiani. Nel Veronese la storia di Lara Andreis è una delle tante raccolte sul territorio. Nella sua azienda agrituristica a Illasi ospita una famiglia di Donbass tramite l'Associazione Malve di Ucraina: madre e figlia di 11 anni con il gatto vivono da oltre un mese nella campagna scaligera cercando una dimensione di normalità.

«La rete di accoglienza - continua Chiara Bortolas di Donne Coldiretti - che si è formata rapidamente si basa su forti legami e aiuto concreto che da sempre sono alla base della cultura contadina e che uniscono le tante aziende agricole italiane alle associazioni di volontariato, alle parrocchie, alle amministrazioni locali ma anche ai singoli cittadini impegnati nel sociale. L’accoglienza in azienda - sottolinea Chiara Bortolas – è un’esperienza di solidarietà attiva, dove l’aiuto arriva dalla condivisione di pratiche e esperienze scandite dai ritmi della natura, dallo scambio di conoscenze e saperi, storie e narrazioni che unisce da sempre le mamme e le donne di tutti i paesi».

«Mettendo a disposizione tutta la generosità e umanità che contraddistingue la gente dei campi, fatta anche dei semplici gesti di condivisione che fanno grande la storia della civiltà contadina – dice Chiara Bortolas – si crea un ponte che per la Festa della Mamma è un momento di riflessione ed un abbraccio corale alle donne ucraine ma anche a quelle russe, madri, figlie, nipoti e nonne, vogliamo essere vicine a ciascuna di loro consapevoli che anche in questa guerra, come troppo spesso accade, sono gli uomini a decidere e le donne a pagare il prezzo più alto. La speranza è che presto tante donne nei due Paesi si uniscano per chiedere un immediato cessate il fuoco e che possano ricevere tutto l’aiuto di cui necessitano. La solidarietà non ha bandiera né nazione, è nel cuore di tutti coloro che hanno buona volontà».

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