Cocaina dal Sudamerica, 26 chili per 20 arresti
Cinque le provincie impegnate per traffico internazionale di droga
I grossisti di cocaina Odair Massola e Sadi Massola, di stanza in Brasile, riuscivano a rifornire i mercati italiani, prevalentemente Verona e Brescia, grazie all’occultamento in barili contenenti pietre ametiste destinate alla vendita nei mercatini etnici cittadini.
Una lunghissima inchiesta: a febbraio 2009 i carabinieri di Caprino, coordinati dal capitano D’Amato, arrestano durante un normale controllo, due cittadini ventenni di origini albanesi, Hakorja Bledar e Goga Arbri, entrambi residenti tra Firenze, Perugia e Roma trovati in possesso di dieci chili di cocaina. Attraverso le posizioni dei due si è proceduto con una “convergenza investigativa” tra Verona e i capoluoghi toscani e laziali. Dai due giovani albanesi, i militari sono riusciti a risalire a un veronese e da lì ai due brasiliani fermati, nel maggio scorso, all’aeroporto di Villafranca di ritorno dall’ultimo “viaggio” d’affari con oltre sedici chili di cocaina nei bagagli. Attraverso le informazioni in possesso le indagini hanno portato all’arresto della “testa di ponte” nei territori milanesi e bresciani, Leye Fallou, pasticciere senegalese di 45 anni. Poi l’identificazione degli spacciatori che venivano costantemente riforniti dai due Massola. Quasi cento chili di droga erano stati trasportati e smerciati nella provincia scaligera fina da gennaio 2009, per un totale di circa tre milioni di euro.