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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cocaina al Nord, sgominato clan legato alla 'ndrangheta

Sodalizio italo-albanese: arrestate 15 persone vicine alla cosca calabrese Anello-Fiumara

Oltre un anno di indagini, quindici persone arrestate, mezzo chilo di cocaina e 90 pastiglie di ecstasy per un sodalizio criminale italo-albanese legato a doppio filo con una delle famiglie più potenti della ‘ndrangheta calabrese che da tempo si era insediata nel Veronese. Questi i dati certi dell’operazione “Ring” della divisione anticrimine del Ros di Padova, che si è conclusa stamattina, verso le 5, ed è culminata in 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere per traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi. Lo spaccio riguardava soprattutto la sponda veronese del lago di Garda e le provincie di Brescia, Milano e Bologna.

Le indagini hanno permesso di individuare quella che i carabinieri definiscono una “proiezione veronese della cosca ‘ndranghetista Anello- Fiumara", una delle più potenti ‘ndrine calabresi di Filadeflia, nella provincia vibonese, guidata da Rocco Anello, già in carcere a Reggio Calabria per associazione a delinquere di stampo mafioso e omicidio, e titolare di una ditta di autotrasporti a Dossobuono. In manette, all’alba, è finito il capo della banda veronese, Francesco Bartucca, 50enne entrato nelle mire dei carabinieri nel 1999 per estorsione.

L’ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto in carcere (dove era detenuta per spaccio di droga) anche la moglie, Maria Anello, 44enne, sorella del capo-‘ndrina Rocco. Bartucca aveva arruolato anche suo figlio Cristofer, 20 anni, che in passato, ancora minorenne, aveva già avuto guai con la giustizia scaligera per rissa, minacce a mano armata e porto illegale di una pistola. Con la famiglia Bartucca sono finiti dietro le sbarre anche i due principali fornitori di droga, gli albanesi Haydar Hysa, 26enne operaio agricolo in un allevamento bovino del Veronese, e Attin Lala, nullafacente 37enne residente nel Bresciano. A loro era affidato il compito di importare la droga, proveniente dall’Albania, da Milano e Bologna, nelle varie province del Nord. Come base di smercio, Bartucca utilizzava la sua abitazione di Mozzecane e gli uffici dell’azienda di Rocco Anello a Dossobuono, la Roccotrasporti, intestata alla sorella Maria. Nella ditta, come autista, lavorava il braccio destro di Bartucca, Giuseppe Mariano, anch’egli finito in manette. A cascata, poi, sono finiti i vari collaboratori, tutti pusher di medio livello e che talvolta rifornivano anche la banda con alcune partite di cocaina.

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