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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Citrobacter a Verona, Tosi: «Ingiuste le sospensioni dei tre medici»

È fuori dal coro la voce dell'ex sindaco, in disaccordo con la decisione presa dall'Aoui. Gli replica la madre di una neonata morta a causa del batterio killer: «Dichiarazioni vergognose»

C'è una voce della politica locale veronese che sembra essere fuori dal coro dei commenti sulle tre sospensioni decise dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata (Aoui) di Verona in seguito al caso citrobacter. È la voce dell'ex sindaco Flavio Tosi, che con un post su Facebook ha criticato la scelta dell'azienda. In sostanza, mentre in tanti ritengono che le sospensioni debbano essere solo un primo passo e chiedono ulteriori provvedimenti (tra l'altro, non esclusi dalle autorità regionali), Tosi ha definito ingiuste quelle stesse sospensioni, attirandosi tra le altre cose le ire di Francesca Frezza, la mamma di Nina, una neonata morta proprio a causa del batterio killer annidatosi per anni nell'ospedale della donna e del bambino di Verona.

«Chi sta dalla parte delle famiglie dolorosamente colpite dal citrobacter e dei cittadini veronesi e veneti, per l'accertamento delle responsabilità su questa vicenda esige giustizia e un'inchiesta imparziale quale solo la magistratura può effettuare. E la decisione di sospendere in via cautelare tre medici non risponde a queste necessità e soddisfa solo le esigenze di togliere dalla campagna elettorale un argomento strumentalmente utilizzato da chi critica la Regione per la gestione della sanità». Questo l'incipit del commento di Tosi, il quale ritiene più corretto che le misure sospensive siano applicate solo dopo che siano accertate le «effettive, precise e personali responsabilità».
La decisione dell'Aoui, però, non è basata sul nulla. C'è una relazione realizzata da una commissione ispettiva regionale, la quale è stata creata proprio per far luce sulla vicenda. In questa relazione emergerebbero mancanze che avrebbero favorito la diffusione di un batterio che ha infettato circa 100 neonati, procurando lesioni gravi ad alcuni di loro e causando quattro decessi. Per Tosi, però, «né l'azienda ospedaliera, direttamente interessata, né la commissioni nominata dalla Regione, che è pure parte in causa, possono garantire la necessaria imparzialità e obiettività su una vicenda che ha necessariamente passaggi estremamente complessi».
L'ex sindaco di Verona ha dunque chiesto pazienza. «Una pazienza che purtroppo la politica non ha avuto - ha aggiunto - adottando provvedimenti che ledono l'onorabilità di esperti professionisti sanitari prima che vi siano responsabilità personali accertate. E se, come è probabile, almeno uno dei tre medici sospesi fosse alla fine esentato da ogni responsabilità? Avrebbe subito un provvedimento ingiusto e sarebbe anche stato esposto al pubblico ludibrio».

Di fronte all'intervento di Tosi, Francesca Frezza si è detta «esterrefatta» ed ha definito «vergognose» le dichiarazioni dell'ex sindaco. «Prenda in mano il telefono - ha detto Frezza a Tosi - e chiami il suo pupillo, visto che ha occupato quel ruolo di primario grazie a lei. E gli chieda perché non ha segnalato che aveva in casa un killer che ha ucciso quattro bambini e ne ha menomati altri 9? Se l'avesse fatto nel 2018, oggi sarei al parco giochi con mia figlia».

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