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Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

«Se ci sarà un processo sul caso citrobacter la Regione si costituirà parte civile»

Lo ha annunciato il presidente Luca Zaia che ha detto: «Guardo l'azione della Procura con rispetto e abbiamo fiducia nella magistratura»

«Noi stiamo seguendo questa vicenda, come seguiamo tutte le vicende che riguardano i cittadini del Veneto e la Regione. Se ci sarà un processo, vedremo gli atti e ci costituiremo come parte civile». Ieri, 7 ottobre, oltre che di Covid-19, il presidente della Regione Luca Zaia ha parlato anche delle indagini della Procura di Verona sulle decine di infezioni da citrobacter avvenute tra il 2018 e il 2020 nell'Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento. Indagini che recentemente hanno avuto una svolta con l'iscrizione di sette nomi nel registro degli indagati per i reati di omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime in ambito sanitario. Il batterio killer ha infatti ucciso quattro bambini e ha provocato lesioni irreversibili in altri neonati.

Zaia si è mostrato al corrente delle ultime novità sul caso citrobacter ed ha ricordato che tra le carte in mano alla Procura c'è anche la relazione della commissione ispettiva nominata dalla Regione Veneto proprio per far luce sull'intero vicenda. «Guardo l'azione della Procura con rispetto - ha aggiunto il presidente regionale - Abbiamo fiducia nella magistratura. Ovviamente, i processi non si possono fare sui giornali o in strada, ma li dobbiamo far celebrare eventualmente nei tribunali, se saranno celebrati per tutti e 7 gli avvisati. È stata auspicata fin dall'inizio chiarezza. E ormai la situazione è consolidata e le relazioni ci sono. Noi abbiamo mandato tutto in Procura e l'azienda ospedaliera ha fornito le sue controdeduzioni. Noi l'indagine la seguiamo e qualora fosse identificato un responsabile o dei responsabili ci costituiremo parte civile».

E si affida con fiduca alla magistratura anche la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon che auspica un accertamento rapido della verità per rendere giustizia alle mamme e ai papà coinvolti in questa vicenda. «La relazione ministeriale ha evidenziato gravi carenze igienico-sanitarie e l'assenza di adeguati controlli, a cui si aggiunge una sottovalutazione dei primi segnali di allarme sulla possibile presenza del citrobacter - ha ricordato Bigon - È stato fatto il possibile per evitare i contagi e le morti? E adesso com’è la situazione, c’è un monitoraggio costante? Episodi del genere non devono più verificarsi. Ricordo che i reparti furono chiusi solamente a giugno 2020, a un anno e mezzo di distanza dal primo caso. L'unica azione messa in campo prima fu quella di sanificare i reparti. Tante famiglie aspettano risposte da troppo tempo a queste domande».

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