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Cronaca Lavagno

Dolore per la morte di Chiara. La famiglia donerà gli organi della 18enne

La giovane è deceduta dopo aver lottato per giorni nel reparto di terapia intensiva di Borgo Trento. Un prezzo troppo alto da pagare per un salto incosciente sulla tettoia della funicolare

Ciao Chiara, vulcano di energia e allegria. Ci mancherai.

Poche parole scritte sulla pagina Facebook del bar Le Pinte per salutare Chiara Pajola, la ragazza di 18 anni di Lavagno, morta nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 maggio per una caduta dalla tettoia della funicolare di Castel San Pietro. Un salto incosciente, una "bravata" che i suoi amici le avevano sconsigliato in tutti i modi di fare. Ma lei l'ha voluto fare lo stesso. Da un muretto è saltata sulla tettoia, è scivolata e poi è caduta. Aveva da poco cominciato a lavorare a Le Pinte, dopo essersi diplomata all'alberghiero. Ci lavorava da poco, ma aveva già conquistato tutti proprio per la sua energia e per la sua allegria. Qualità che le riconoscono anche gli amici che le hanno dedicato un pensiero in questo momento di dolore.

Un dolore indescrivibile è quello della famiglia, che ha sentito la vicinanza degli amici di Chiara in tutto il periodo in cui la giovane è rimasta in terapia intensiva all'ospedale di Borgo Trento. Il papà e la mamma di Chiara hanno ringraziato tutti e, come scrive Alessandra Vaccari su L'Arena, hanno deciso di donare gli organi della figlia; una scelta in linea con le volontà di Chiara, che dopo il funerale sarà cremata. Funerale che potrebbe celebrarsi lunedì 28 maggio a Santa Croce.

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