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Lunedì, 20 Marzo 2023
Cronaca Porto San Pancrazio / Piazzale del Cimitero

Covid-19: celle frigo per le salme da Legnago a Verona, l'Ulss 9 si appella a Shakespeare

Il dg Ulss 9 Pietro Girardi: «Il defunto merita da parte di tutti, me compreso, massimo rispetto, attenzione, dignità e permettetemi, nessuna strumentalizzazione per fare notizia»

Inizia richiamando alla mente una frase del bardo inglese la nota della Direzione Azienda Ulss 9 Scaligera che prova a rispondere, fornendo precisazioni e debite spiegazioni, alla grande reazione mediatica, persino a livello nazionale, riscontrata dopo la notizia della presenza delle celle frigo per le salme nei pressi degli ospedali di Legnago, Borgo Roma, Borgo Trento a Verona, oltre che al cimitero monumentale del capoluogo scaligero: «Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto. Al tempo del Covid, - spiega l'Ulss 9 Scaligera nella sua nota - quanto invoca Shakespeare non sempre è potuto avvenire sull’intero territorio nazionale, dando la sensazione che la morte violasse la dignità dell'uomo, la quale va sempre difesa e salvaguardata, anche e soprattutto quando avviene in situazioni tragiche e di assoluta emergenza, come quella che si sta vivendo a causa del coronavirus».

L'Ulss 9 entra quindi nel vivo della questione: «Al riguardo, fa riflettere e mette tristezza il clamore suscitato in alcuni media alla notizia che anche in provincia di Verona, delle salme siano state poste, con rispetto e cura, in un luogo appositamente predisposto di stazionamento provvisorio, in attesa che avesse luogo la cerimonia di tumulazione o di cremazione, anch’esse purtroppo soggette a lunghe liste di attesa. Tali luoghi che si stanno predisponendo e in misura estremamente contingentata, per quanto si è a conoscenza, sull'intero territorio nazionale, vogliono solo essere, in caso di emergenza e necessità, una modalità che permetta al defunto, con il consenso dei familiari, di ottenere rispetto e dignità nella sacralità della dignità della persona. Quelle salme, quei defunti con l’intero feretro, non trovavano posto nelle celle dell’obitorio dell’ospedale ed erano state là poste col consenso della famiglia: un'attenzione previdente nel rispetto quindi della dignità della persona e come segno di riguardo nei confronti dei familiari».

I sindaci del territorio in qualità anche di autorità sanitaria locale, rappresentati dal sindaco di Verona, Federico Sboarina, dal Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 9 Scaligera, Flavio Pasini, dal Vicepresidente, Gianluigi Mazzi, e dal sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, insieme al Direttore Generale dell’Ulss 9, Pietro Girardi, rimarcano quindi «l’appropriatezza della scelta, ricordando peraltro come quasi tutti i Comuni non dispongano di celle mortuarie». La predisposizione di ulteriori luoghi di accoglienza temporanea, spiega la nota dell'Ulss 9, «va vista come un’attenzione al delicato tema della dignità del defunto, un atto di rispetto». La nota dell'Ulss 9 prosegue ricordando che «tra le situazioni che si sono dovute affrontare in tempo di Covid, oltre all’aspetto clinico assistenziale, c’è anche l’elevato numero di decessi causati dal Covid-19. Anche per rispettare le direttive e i provvedimenti statali, è opportuno quindi mettere in atto una precisa strategia organizzativa per assicurare la dignità ai deceduti ed evitare scene come quelle dei primi mesi avvenute in alcuni luoghi in Italia ove si vedevano camion militari che trasportavano bare per l’emergenza che si era creata. L’elevato numero di decessi per Covid-19 in rapporto anche alla storicità della capacità ricettiva che hanno gli ospedali sull’intero territorio nazionale in materia di posti dedicati alle celle mortuarie può costringere la struttura ospedaliera, per assicurare un’idonea conservazione delle salme, a farle stazionare anche in strutture appositamente predisposte in questi momenti straordinari per garantire la sicurezza igienico-sanitaria. La normativa che regolamenta il trattamento della salma Covid-19 - precisa l'Ulss 9 Scaligera - è molto rigida e prevede che venga evitata in ogni modo la manipolazione, al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio. Tali procedure vengono svolte dagli operatori preposti col massimo rispetto della salma e dello stato d’animo dei familiari».

Sul tema è intervenuto poi in prima persona anche il direttore generale dell'Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi, il quale spiega: «Il Covid ha messo l’umanità intera di fronte al tema della morte, purtroppo in maniera chiara e prepotente. E mai prima d’ora, all’interno di una società che cerca in ogni modo di dimenticare e far dimenticare che esiste la morte, essa è stata così vicina all’uomo nella vita di tutti i giorni. In tempi emergenziali, - dichiara ancora il direttore generale Pietro Girardi - anche in un luogo di stazionamento appositamente predisposto con cura e attento alla spiritualità e a spazi dedicati per tutelare la possibilità di effettuare l’ultimo saluto al proprio defunto oltre che la riservatezza necessaria è un  momento di grande rispetto per il proprio caro estinto. Tali accorgimenti in misura estremamente contingentata e per casi di emergenza, provvisori e vegliati con tutto l’amore del mondo possono rappresentare, in questi periodi di pandemia, un'occasione per dimostrare il rispetto che si ha per la dignità della persona, oltre la morte, credendo nella continuità della vita. Ricordo infine, - conclude il dg Ulss 9 Scaligera Pietro Girardi - che su tale tema il defunto merita da parte di tutti, me compreso, massimo rispetto, attenzione, dignità e permettetemi, nessuna strumentalizzazione per fare notizia».

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