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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Galtarossa

Dormivano nel casello ferroviario in disuso: uno aveva un cellulare rubato, un altro è risultato essere un clandestino

A tutti e tre è stata inflitta una sanzione e il Daspo Urbano: il 26enne inoltre dovrà rispondere di ricettazione e il 23enne di essere entrato illegalmente nel territorio italiano

La scorsa settimana la Polizia ferroviaria di Verona ha denunciato due ragazzi di orgine marocchina, di 23 e 26 anni: uno per essere stato trovato in possesso di un telefono rubato e l'altro per essere entrato illegalmente nel territorio italiano.

La pattuglia del Settore Operativo della polfer è intervenuta nella zona di lungadige Galtarossa, in città, per un intervento programmato di bonifica e chiusura di un casello ferroviario, da anni in disuso, assieme al personale della società Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., trovando però al suo interno 3 giovani stranieri privi di documenti, senza fissa dimora, mentre dormivano.
Accompagnati negli uffici di polizia, è partito un accurato controllo dal quale è emerso che il telefono cellulare in possesso di uno di questi era provento di furto: infatti il 26enne, all’atto dell’inserimento del PIN, ha dimostrato di non conoscere il numero. Da ulteriori accertamenti tramite il codice “IMEI”, le forze dell'ordine hanno scoperto che il costoso smartphone apparteneva invece ad una ragazza derubata due mesi prima alla stazione di Porta Nuova, grazie anche ad una denuncia molto circostanziata. Con il benestare della Procura della Repubblica scaligera, nel giro di un’ora è stato possibile restituire il dispositivo alla proprietaria.

La rilevazione delle impronte nei confronti di tutti i fermati ha permesso, inoltre, alle forze dell'ordine di scoprire che il 23enne era clandestino, per cui è scattata la denuncia in stato libero, oltre all’adozione del provvedimento di espulsione da parte della Questura con invito a lasciare il territorio entro pochi giorni.

Infine è stata comminata a tutti e tre una sanzione amministrativa, per essere stati trovati in area ferroviaria non aperta al pubblico, oltre alla misura temporanea del divieto di accesso alle stazioni ferroviarie, ovvero il cosiddetto “Daspo Urbano”.

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