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Cronaca Borgo Roma / Via Nereo Toffaletti

"Casa chiusa" scoperta grazie alle segnalazioni: in manette una brasiliana

Gli altri condomini lamentavano il continuo viavai di gente a tutte le ore e hanno segnalato la situazione ai carabinieri: nel giro di breve tempo i militari hanno smascherato l'attività illecita

Gestiva una sorta di "casa chiusa" dove si alternavano alcune prostitute che in cambio le cedevano parte dei loro compensi, ma i carabinieri hanno messo la parola "fine" alla sua attività. Il tutto è partito da un esposto anonimo ricevuto dai militari a metà settembre, nel quale alcuni abitanti di un condominio di via Toffaletti denunciavano la presenza di squillo che offrivano prestazioni sessuali in un appartamento, provocando rumori a tutte le ore per il continuo viavai di persone. 
Da lì sono quindi partite le indagini dei carabinieri, che inizialamente hanno individuato l'abitazione e poi hanno dato vita ad alcuni servizi di osservazione per individuare i clienti delle ragazze e reperire ulteriori informazioni: grazie alla collaborazione di questi, gli uomini dell'Arma sono riusciti a risalire al link dove avevano trovato l'inserzione delle prostitute.
Appurato che in quell'appartamento si svolgeva effettivamente un'attività di prostituzione, ai militari non restava che controllare se questa venisse o meno favorita o sfruttata da qualcuno. È partita quindi una verifica presso l'Agenzia delle Entrate, che ha permesso loro di acquisire il contratto di locazione dell'appartamento, identificando locatore e conduttrice: proprio quest'ultima era consapevole di ciò che avveniva nell'abitazione ed era inoltre l'intestaria di tutte le utenze, nonché dei cellulari utilizzati per fissare gli appuntamenti, oltre al fatto che il suo nome era in bella vista sul citofono.  
Nel pomeriggio del 27 ottobre quindi i militari sono penetrati nell'abitazione, trovandosi davanti ad una vera e propria casa di prostituzione: luci soffuse, tendaggi dai colori caldi, candele, profumi, creme e oggetti vari. Il menù delle prestazioni con relativo tariffario invece era anche sul sito internet. Le testimonianze fornite dai vari clienti inoltre, hanno portato alla luce il fatto che diverse ragazze si davano il cambio nell'appartamento, e non erano mai le stesse che si vedevano nelle foto del web. 
In manette è finita D.C.O.A., brasiliana classe 1954, con l'accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per gli investigatori, la donna avrebbe affittato e predisposto il locale al solo scopo di fungere da "casa chiusa" a disposizione delle squillo che chiedevano di accedervi in cambio di denaro. 
Al termine dell'udienza di convalida, la brasiliana è stata sottoposta alla misura dell'obbligo di dimora nel comune di Tregango, dove risulta domiciliata

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