rotate-mobile
Cronaca Centro storico / Stradone San Fermo

L'allarme lanciato dalla Caritas: il numero dei poveri è più che raddoppiato

Questo il Rapporto di Povertà stilato, che mostra come gli scenari in questo ambito siano radicalmente cambiati a partire dal 2008, anno in cui la crisi finanziaria si è abbattuta sull'Europa e l'occidente

I contenuti del Rapporto sono il frutto del lavoro di promozione e accompagnamento che la Caritas Diocesana ha sviluppato in questi anni promuovendo la costituzione di una rete di collegamento tra i vari Centri di Ascolto (CdA) e Gruppi Caritas, in riferimento alle povertà (Osservatorio Caritas) e alle risorse presenti sul territorio (Mappatura). Si tratta di un Osservatorio privilegiato e in prima linea, capace di fornire un quadro specifico delle povertà emergenti nel territorio veronese.

LA POVERTÀ IN ITALIA E NEL VENETO - Gli indicatori sulla povertà in Italia negli ultimi anni non presentano dati confortanti. Nel 2007 la povertà assoluta colpiva circa 2 milioni di persone, perlopiù anziani e famiglie numerose prevalentemente residenti nelle regioni del Mezzogiorno. La crisi finanziaria del 2008 ha cambiato in modo significativo questo scenario. Il numero di persone che vive in condizione di povertà assoluta è più che raddoppiato dal 2007 al 2014, arrivando secondo le stime più recenti a oltre 4 milioni. In termini percentuali significa che la popolazione che vive in condizioni di povertà assoluta è passata dal 3,1% del 2007 al 6,8% del 2014. In questi ultimi anni la povertà assoluta si è estesa a nuove fasce della popolazione, che fino al 2007 erano in grado di vivere in modo autonomo con adeguati standard di vita, e si è allargata ad altre macro aree del Paese: al Nord passa dal 2,6% del 2007 al 5,7% del 2014. La Fondazione Zancan stima che in Veneto risiedano nel 2013 circa 120 mila famiglie in povertà assoluta, in aumento di 3.500 unità rispetto al 2012.

LA POVERTÀ CHE SI AFFACCIA AI CENTRI DELLA CARITAS - Per un campione dei CdA attivi nel 2014 nel territorio della Diocesi di Verona è possibile presentare un approfondimento sulla loro attività, grazie al sistema informatico OsCar (Osservatorio Caritas) per la rilevazione ed elaborazione dei dati raccolti. Le informazioni raccolte e commentate provengono da 10 CdA della Caritas Diocesana Veronese, pari al 20,4% sul totale dei 49 attivi nel 2014. Questi dati non forniscono un quadro completo della distribuzione della povertà a Verona ma la testimonianza dell’attività di un gruppo di CdA che consente di fare alcune riflessioni di ordine generale e di natura esclusivamente descrittiva. Il CdA Diocesano, che ha sede in Lungadige Matteotti, con oltre 1.700 utenti registrati nel 2014 si distingue dagli altri per struttura e servizi in quanto rappresenta il filtro d’accesso per l’assistenza sanitaria e il microcredito. Dal confronto con i dati relativi all’utenza del 2006 va segnalato l’aumento degli utenti italiani che passano da 223 nel 2006 a 350 nel 2014, in termini percentuali significa un aumento dal 7,5% del totale degli utenti del 2006 a oltre il 20% del 2014. Il dato sugli accessi degli utenti italiani è maggiore nei CdA localizzati nella fascia sud della provincia veronese nei territori di Pozzo di San Giovanni Lupatoto, di Villafranca, di San Giovanni Lupatoto e di Sommacampagna. Rispetto agli altri territori provinciali, questi CdA presentano nel 2014 un numero consistente di utenti italiani, con percentuali comprese tra circa il 40% e il 50%. L’età media degli utenti italiani (41-50 anni) è dieci anni più alta di quella degli stranieri (31-40 anni). Il 20,6% delle donne italiane che nel 2014 si sono rivolte ai CdA vivono da sole, mentre il 30,7% vivono in coppia con figli. Le donne straniere vivono per la metà in coppia con figli (50,0 %) e pochissime da sole (4,4%). Simile, in termini percentuali, la condizione delle madri sole, rispettivamente 18,5% italiane e 15,0% straniere. Gli uomini che nel 2014 si sono rivolti ai CdA dichiarano prevalentemente di vivere in coppia con figli, però con percentuali leggermente diverse tra italiani e stranieri rispettivamente del 24,5% e del 30,6%. I principali bisogni che provengono dall’utenza sono legati a situazioni di povertà economica. Le risposte dei CdA sono orientate prevalentemente all’erogazione di beni e servizi materiali nel 45,14% degli interventi attivati sul totale di 5.137 risposte registrate. Tra questi spicca soprattutto la distribuzione di prodotti alimentari. La seconda voce di intervento è quella del sostegno economico per il pagamento di bollette e affitti, con il 10,4% di interventi attivati sul totale delle risposte registrate. Rilevante è anche l’intervento di Ascolto, che significa sostegno in profondità reiterato nel tempo, con percentuali significative in alcuni CdA.

POVERTÀ ALIMENTARE E FORME DI INTERVENTO IN RETE - Sul tema della povertà alimentare si è nel tempo sviluppata a Verona una fitta rete di sostegno presente capillarmente su tutto il territorio diocesano, costituita da mense, centri di distribuzione viveri ed ultimamente, Empori della Solidarietà. Si tratta di servizi attivati da un lato per far fronte alle diverse povertà alimentari, dall’altro quali strumenti di aiuto diretto che consentono di realizzare veri e propri progetti di accompagnamento e prossimità.

  • LE MENSE. Le mense sono una modalità di intervento destinata principalmente alle persone in condizione di povertà e vulnerabilità sociale, nelle sue diverse forme: gli anziani soli a basso reddito, i senza fissa dimora, le fasce più deboli dell’immigrazione, le persone con disagio psichico. Nella sola città di Verona, le cinque principali mense, nel corso del 2014 hanno distribuito circa 150.000 pasti, intercettando circa 400 persone.
  • I CENTRI DI DISTRIBUZIONE VIVERI. I centri di distribuzione viveri sono una delle forme di intervento più diffuse e più antiche delle diocesi in Italia. A Verona, nel corso del 2014 sono quasi 3.000 le famiglie che hanno usufruito, almeno una volta, di aiuti alimentari nei CdA o Gruppi Caritas, di cui un terzo circa italiane. La maggior parte dei CdA utilizza l’ISEE come documento per valutare la congruenza della richiesta. La frequenza nella consegna della ‘borsa alimentare’ oscilla tra le 12 e le 24 consegne annuali. Il valore medio della ‘borsa’ consegnata è di circa 22 euro.
  • GLI EMPORI DELLA SOLIDARIETÀ. A Verona nel 2009 si costituisce il coordinamento per gli aiuti alimentari, denominato Rete Talenti riuscendo a collegare molteplici soggetti presenti sul territorio (parrocchie, associazioni di volontariato, assistenti sociali, enti, ecc.). Si tratta di un lavoro di alleanze, che ha messo in relazione il pubblico e il privato sociale, con l’obiettivo di elaborare risposte progettuali più efficaci e durature, difficilmente immaginabili fino a qualche anno fa. La Rete Talenti rappresenta oggi un’alleanza che gestisce oltre 10.000 interventi di aiuti alimentari. La prima azione realizzata dalla Rete Talenti e dal Coordinamento della Vicaria Villafranca/Valeggio, è l’apertura nel 2015 dei primi due Empori della Solidarietà, uno a Verona e uno in provincia a Villafranca, avviando una auspicabile evoluzione virtuosa delle attuali modalità di sostegno.

RISCOPRIRCI MEMBRI DI UNA SOLA FAMIGLIA UMANA - Caritas Diocesana Veronese, attraverso questo “Rapporto” e al coro delle tantissime esperienze che l’accompagnano e che non è possibile descrivere nella loro globalità, desidera contribuire a rafforzare una cultura di fraternità universale, di cittadinanza globale. A fronte del perdurante rischio di agire semplicemente attraverso una mera “ri-distribuzione” di beni materiali, consolidando stili assistenziali che finiscono per inchiodare le persone più fragili ad uno stato di perpetua dipendenza dagli aiuti stessi, appaiono all’orizzonte nuove modalità di ascolto e di aiuto. L’incontro empatico con l’altro richiede una dimensione alta di riservatezza che difficilmente si raggiunge in un ufficio aperto al pubblico. Vivere l’ascolto nello spazio fisico della parrocchia, tradizionalmente adibito a questa funzione, risulta familiare per gli operatori, ma spesso fonte di forte disagio per chi deve accedervi. L’icona della cesta dei cinque pani e dei due pesci resta un simbolo chiaro del potere della condivisione. Non si tratta tanto del valore commerciale di ciò che si offre, ma dell’atto che accompagna l’offerta stessa, ovvero il “dono” che richiede un chiaro coinvolgimento personale. Per tali motivi i Centri di Ascolto debbono farsi promotori e incoraggiare i parrocchiani, giovani o anziani che siano, a uscire dai consueti ambiti operativi della parrocchia, dalle proprie case, dalle sicurezze delle proprie abitudini, dal timore di contaminarsi, sporcarsi, rimetterci, per promuovere fraternità!
Nell’ambito dell’azione pastorale, l’obiettivo è sicuramente dare sostegno e risposte concrete a chi si trova a vivere in condizioni di disagio e fragilità, tentando di modificare gli stili di vita, le condizioni soggettive e sociali che le hanno prodotte. Unitamente a questo però, è importante che ogni intervento sia comunque segno e manifestazione dell’amore gratuito di Dio per ogni persona. Questi obiettivi e queste azioni ancorché ambiziose rappresentano, secondo Caritas, l’unica via possibile per costruire il domani.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'allarme lanciato dalla Caritas: il numero dei poveri è più che raddoppiato

VeronaSera è in caricamento