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Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Caporalato nel Veronese protetto dall'omertà, 6 denunciati nel 2022

Le forze dell'ordine, da gennaio a ottobre, hanno scoperto 59 lavoratori agricoli in nero e 26 irregolari. Verbalizzati 16 datori di lavoro

Non è ancora finito il 2022 e già in provincia di Verona ci sono state più denunce per caporalato che in tutto l'anno passato. I dati sono stati forniti dalle forze dell'ordine locali riunite dal prefetto Donato Cafagna nella cabina di regia creata per monitorare risultati e stato di attuazione del "Piano provinciale di intervento a tutela dello sviluppo agricolo legale e di contrasto al caporalato".

Il lavoro irregolare in agricoltura è un fenomeno che nel Veronese interessa le aree a maggiore vocazione agricola in coincidenza dei lavori stagionali, orientando il flusso della manodopera, in gran parte straniera, verso la Bassa Veronese e le aree di Soave e della Valpolicella.
I risultati del contrasto segnalano che nel 2021 sono stati scoperti 166 lavoratori in nero e 172 lavoratori irregolari. E sono stati verbalizzati 35 datori di lavoro, di cui 5 denunciati per caporalato. Da gennaio ad ottobre 2022 sono invece stati scoperti 59 lavoratori in nero e 26 lavoratori irregolari. E sono stati verbalizzati 16 datori di lavoro, di cui 6 denunciati per caporalato. Si tratta di attività che discendono prevalentemente da operazioni nate dall'iniziativa delle forze dell'ordine, mentre le denunce sono poche e caratterizzate da genericità in un contesto ancora, purtroppo, omertoso.

In parallelo all’azione di vigilanza, l'Ispettorato Territoriale del Lavoro ha sviluppato una campagna di informazione, prevenzione e promozione della legalità rivolta ai datori di lavoro ed ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, per incentivare e promuovere l’adozione di comportamenti nel rispetto delle norme e disincentivare, invece, le pratiche irregolari ed elusive.
In particolare, la task force ha evidenziato un elevato tasso di irregolarità. Sono stati, inoltre, emessi provvedimenti di sospensione dell’attività produttiva sia per l’utilizzo di lavoratori in nero, sia per violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Sono 97 nel Veronese le aziende iscritte nella "rete agricola di qualità" curata dall'Inps, che raccoglie le aziende virtuose, cioè quelle che, tra le altre cose, hanno attuato la certificazione del rispetto della normativa in materia di collocamento dei lavoratori.

Partendo dall’analisi di questi dati il prefetto Cafagna ha sollecitato una più stretta collaborazione tra le associazioni di categoria, sindacati e le forze di polizia. Questura, carabinieri e guardia di finanza renderanno disponibili riferimenti ai quali far pervenire segnalazioni utili a meglio orientare l’azione di repressione.
Ma un altro aspetto sul quale lavorare è quello della conoscenza dei diritti da parte dei lavoratori immigrati. Perciò l'ente bilaterale di settore Agri.Bi., con le associazioni di categoria ed i sindacati, curerà la realizzazione di una app che renderà disponibile ai datori di lavoro e ai lavoratori, specie agli stagionali, le informazioni necessarie, pubblicizzando in diverse lingue il "vademecum delle buone pratiche". Un’analoga iniziativa di promozione si intende svolgere per aumentare l’adesione delle aziende alla "rete agricola di qualità".

Un altro tema importante sul quale si è soffermato il prefetto è rappresentato dall'organizzazione logistica attualmente assicurata dalle "cooperative senza terra", che provvedono a selezionare la forza lavoro e a spostarla, con propri mezzi, nei campi. «Togliere l’iniziativa a queste organizzazioni, che spesso nascondono forme più sofisticate di caporalato, e fare in modo che l’incontro tra domanda e offerta avvenga nella legalità e si definisca una rete di trasporto dai luoghi di incontro dei lavoratori stagionali a quelli di lavoro: questo è l’obiettivo di un progetto sul quale si sta lavorando con la collaborazione di Agri.Bi. e Veneto Lavoro e che si intende proporre per il finanziamento alla Regione Veneto e al Ministero dell'agricoltura - ha concluso Cafagna - Ci confrontiamo con problematiche complesse e perciò è più che mai necessario che tutti si impegnino a fondo per garantire l’obiettivo comune costituito da un’agricoltura di alto livello, non solo per la qualità dei prodotti, ma anche sotto il profilo etico e della legalità».

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