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Venerdì, 19 Aprile 2024

Sequestrata oltre una tonnellata di canapa illegale: 49 individui denunciati

L'indagine del Comando Provinciale di Padova, con il coordinamento della Procura di Rovigo, è partita nell'ottobre del 2020 e ha interessato anche Verona

Avrebbero ricostruito l’intera filiera commerciale e la relativa rete di produzione, distribuzione e vendita della varietà di canapa "Antal, diventata illegale già dall’inizio del 2019, in quanto cancellata dal catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole ammesse nell’Unione europea, ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio del 13 giugno 2002. Così, nel corso di molteplici interventi eseguiti su tutto il territorio nazionale, i finanzieri del Comando Provinciale di Padova, al termine di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno sottoposto a sequestro circa 1035 chili di canapa, 320 chili di infiorescenze, 230 chili di hashish, 45 chili di semi e 6280 piante. 

Le indagini avevano preso il via nell'ottobre del 2020, quando i militari della Compagnia di Este avevano riscontrato la presenza di oltre 6 mila piante di canapa dislocate in un fondo agricolo situato neo Comune di Pernumia, nel Padovano, che risultava essere formalmente adibito a coltivazione di asparagi da parte di un'azienda locale. 

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Sono state svolte dunque le analisi chimico-tossicologiche, con lo scopo di determinare le specie delle varietà rinvenute nel fondo e il relativo contenuto di principio attivo di THC (tetraidrocannabinolo), le quali avrebbero permesso di acclarare che gran parte della piantagione era costituita dalla varietà “Antal”, le cui sementi sono proibite per la libera coltivazione in ambito europeo, poiché generano raccolti con concentrazione di THC estremamente instabile.

I successivi sviluppo avrebbero permesso alle Fiamme Gialle di appurare come l’intera piantagione fosse stata allestita per un’altra impresa agricola di Padova, risualta sprovvista delle prescritte autorizzazioni rilasciate dal Ministero della Salute, la quale a sua volta si era rifornita di semi da un rivenditore di Pisa, dopo che la varietà citata era stata bandita dal territorio dell’Unione europea, in violazione delle disposizioni di legge in materia (secondo cui l’utilizzo di derivati della canap, purché prodotti da specie ammesse, è consentito esclusivamente per l’autoproduzione energetica aziendale, ovvero quale fibra per la bioedilizia o per cosmetici ed alimenti).
Infatti, riferisce sempre la Guardia di Finanza, l’azienda in parola avrebbe prodotto anche in proprio e, conseguentemente, immesso sul mercato la citata varietà illegale, commercializzandola attraverso rivenditori di infiorescenze di canapa e derivati in Italia e in Francia.

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Complessivamente, sono stati individuati 49 soggetti, che, a vario titolo, sarebbero risultati coinvolti in operazioni commerciali inerenti all’acquisto e alla vendita di sementi, di piante, di materiale vegetale (foglie, infiorescenze e ramaglie) e di prodotti derivati, tutti riconducibili alla varietà “Antal”.

Tra i mesi di dicembre 2020 e aprile 2021, i finanzieri della Compagnia di Este, eseguendo alcune perquisizioni delegate dalla Procura di Rovigo, hanno sottoposto a sequestro, nelle Province di Lodi, Padova, Pisa, Trento e Verona, oltre una tonnellata di canapa, 45 chili di semi, ulteriori 160 piante, nonché 320 chili di infiorescenze e 230 chili di hashish, questi ultimi pronti per essere commercializzati da un’altra società dell’hinterland milanese attraverso piattaforme di e-commerce.

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Le forze dell'ordine riferiscono che le sostanze sequestrate sono state distrutte in inceneritore e avrebbero generato all’ingrosso un giro d’affari di oltre 3 milioni di euro, attività che, attraverso la vendita al dettaglio su canali commerciali non autorizzati, avrebbe potuto fruttare ulteriori introiti. Nel corso delle investigazioni, inoltre, sarebbe stato possibile riscontrare anche cessioni di 230 chili di canapa, quasi 150 chili di semi e oltre 37.000 piante, che, già immesse sul mercato, hanno permesso alle società implicate, nell’arco di pochi mesi, di ottenere un guadagno stimato in 300 mila euro. Gli amministratori delle imprese coinvolte sono stati denunciati per istigazione a delinquere e/o produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.

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