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Cronaca Piazza San Zeno

Il bullismo sui social colpisce un giovane su tre: la campagna della Polizia

L'importante iniziativa è realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori ed arriva a Verona il 2 maggio

Il 2 maggio fa tappa a Verona in Piazza San Zeno, la più importante e imponente campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, che nel corso delle precedenti edizioni ha raccolto un grande consenso: gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 300 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 147.000 genitori, 82.500 insegnanti per un totale di 10.750 Istituti scolastici, 39.000 km percorsi e 190 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 121.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.

Ancora una volta Aziende come Baci Perugina, Facebook, FireEye, Google, Karpesky lab, Lenovo, Microsoft, Norton by Symantec, Skuola.net, Vodafone, Youtube e società civile scendono in campo insieme alla Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: “fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime”.
L’obiettivo dell’iniziativa, infatti, è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo e l’hastag #unaparolaeunbacio potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo.

Da Milano a Palermo, attraversando lo stivale con un truck allestito con un’aula didattica multimediale, gli operatori della Polizia Postale per l’intero anno scolastico incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età.

Il proficuo rapporto che la Polizia di Stato ha da sempre coltivato con il mondo dei giovani – afferma il Questore di Verona, dott.ssa Ivana Petricca – ci ha indotto a richiedere fortemente l’intervento degli specialisti della Polizia Postale per divulgare, attraverso la campagna “Una Vita da Social”, i giusti messaggi per una navigazione sicura. Quello che mi sento di raccomandare ai giovani, è di vivere con coscienza e saggezza i loro momenti social, e l’iniziativa di oggi ha proprio l’obiettivo di divulgare ogni utile informazione per un uso intelligente delle risorse del web.

Internet rappresenta una risorsa importantissima soprattutto per le giovani generazioni, uno strumento di crescita culturale e sociale, che richiede però le necessarie competenze per poter navigare nel web evitando di incorrere in rischi e pericoli, che potrebbero anche comportare gravi conseguenze – dichiara Emanuela Napoli, Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto -. L’obiettivo di questa campagna è quello di trasmettere ai giovani la necessaria consapevolezza per poter avvicinarsi in modo sicuro a questa dimensione virtuale a disposizione di tutti.
Una Vita da Social – conclude Napoli - rappresenta un’iniziativa che coniuga prevenzione e formazione rivolta non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti e genitori per una corretta informazione sulle tematiche della rete al fine di meglio comprenderne i bisogni ma anche per cogliere per tempo quei segnali di disagio che spesso non vengono avvertiti dagli adulti di riferimento.

Dai dati in possesso delle forze dell'ordine e dagli incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, si evince l’importanza delle attività di informazione e sensibilizzazione per far si che la rete possa essere per i ragazzi una grande opportunità e non un limite. I social network infatti sono ormai uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager.
Secondo quanto emerso dai risultati di una recente indagine di Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza sul corretto uso di internet, su circa 8mila adolescenti di 18 regioni italiane, il fenomeno è in crescita.
Analizzando la fascia del campione tra i 14 e i 18 anni, salgono infatti al 28% le vittime di bullismo (nel 2016 erano il 20%, quindi un aumento del 40%), mentre circa l’8,5% è preso di mira sul web e sui social (6,5% lo scorso anno, quindi un aumento del 30%). Circa l’80% di questi ultimi, è oggetto di insulti e violenze sia nella vita online che in quella reale.

Come visto, l’incidenza del bullismo “offline” è ancora nettamente maggiore: tra le vittime, il 46% ha pensato almeno una volta al suicidio e ha messo in atto condotte autolesive per il 32%. Il 75% delle vittime di bullismo si sente depresso e triste, il 54% ha frequenti crisi di pianto.

Tuttavia il cyberbullismo presenta risvolti particolarmente oscuri: tra le vittime sistematiche delle prevaricazioni digitali, a volte anche quotidiane, il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio nel momento di sofferenza maggiore. Tra i giovani coinvolti, il 52%, confessa di provocarsi del male fisico intenzionalmente. Se poi è l’82% a dire di sentirsi frequentemente triste e depresso, circa il 71% esplode in frequenti crisi di pianto.

Tra i ragazzi più piccoli, appartenenti alla fascia tra gli 11 e i 13 anni, la percentuale di vittime di bullismo e cyberbullismo sale rispettivamente al 30% e al 10%. La frequenza di crisi di pianto (45% circa) e di tristezza e depressione (70%) è simile sia tra chi è oggetto di violenza e comportamenti offensivi online sia tra chi li subisce nella vita reale. Per quanto riguarda l’autolesionismo, invece, si rilevano numeri superiori tra chi viene preso di mira in rete: si provoca ferite e contusioni circa 1 su 2, contro il 33% delle vittime del bullismo “disconnesso”.

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