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Cronaca

Brancher non si dimette: "Ora vado dai giudici"

Il Ministro lo ha annunciato stamane a Verona. Non si placano per le polemiche

"Ribadisco il mio parere assolutamente fermo contro la richiesta di dimissioni". A dire queste parole è stato questa mattina Aldo Brancher, l’esponente veronese del Pdl finito nella bufera per la sua promozione da Sottosegretario a Ministro per il Federalismo (anche se le sue deleghe non sono ancora ufficiali) ed il successivo annuncio di voler usufruire dello scudo del legittimo impedimento in previsione dell’udienza che si svolgerà lunedì 5 luglio a Milano per il processo Antonveneta-Bpi, in cui è imputato per appropriazione indebita.

Brancher che, arrivando in Provincia dove ha partecipato alla presentazione della gara equestre "Garda Endurance Lifestyle 2010" che si svolgerà a Peschiera dall'uno al quattro luglio, non si è sottratto alle domande dei giornalisti. Spiegando che non si dimetterà ma anche dicendo che intanto si prepara all’incontro coi magistrati. Visto che, come aveva già annunciato pubblicamente ieri, in seguito alle accuse che gli sono piovute addosso da mezzo parlamento ed alle prese di posizione di istituzioni ed organi di informazione, al legittimo impedimento non ricorrerà più. "E’ una cosa che era già fissata – ha spiegato Brancher - io avevo dato la mia disponibilità. Evidentemente se devo fare questa cosa devo prepararmi, devo lavorare per affrontarla e questo mi impedisce di fare dell'altro. Adesso vedrò come organizzarmi".

“Non so cosa mi aspetto ora in Parlamento, ditemelo voi”, ha poi detto ai giornalisti Brancher. Il quale non è voluto entrare nel merito delle deleghe che gli sono state attribuite. Sulle quali non erano peraltro mancate precisazioni, per prima quella del leader della Lega Umberto Bossi, che ha rivendicato esclusivamente a se il tema del federalismo. “Questo fa parte delle competenze della Presidenza del Consiglio e comunque le deleghe diventano ufficiali e definitive quando vengono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale. E allora guardiamo quando sono sulla Gazzetta ufficiale: non sono certo io che devo pubblicare questa cosa”.

"L'unica cosa che posso aggiungere sulla mia vicenda – ha concluso - è questa: leggetevi l'intervista di Calderoli sul Corriere della sera di oggi". Intervista nella quale il Ministro del Carroccio spiega che l’accordo era che Brancher dovesse andare all’Agricoltura, anche se poi problemi interni al Pdl e un po’ di caos hanno fatto finire le cose in maniera diversa, e spiega che la nomina ministeriale costituisce un riconoscimento al lavoro che ha svolto sinora. Intanto sulla vicenda Brancher continuano ad esserci discussioni anche nel mondo politico veronese. Dopo le richieste di dimissione da coordinatore provinciale del Pdl venute da alcuni esponenti cittadini del partito di Berlusconi, ieri il ministro ha ricevuto nuovi attacchi dal Pd ma anche la solidarietà di un movimento giovanile del suo partito.

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