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Cronaca Valverde / Via Luigia Poloni

Blue tongue, pochi veterinari nelle Asl venete? "Ne chiediamo il 30% in più"

"La Regione ha bloccato i controlli sulla presenza della Blue tongue perché ormai sono inutili? La verità è che non c'era abbastanza personale nelle Ulss", lo dicono i consiglieri regionali Negro, Bassi, Conte e Casali

La Regione ha bloccato i controlli sulla presenza della Blue tongue perché ormai sono inutili? La verità è che non c’era abbastanza personale nelle Ulss, ed ora chiediamo un incremento del 30% dei veterinari in Veneto”. Così i consiglieri regionali tosiani Giovanna Negro, Andrea Bassi, Maurizio Conte e Stefano Casali commentano lo stop ai controlli analitici negli allevamenti da parte della Regione e annunciano un emendamento al Pdl 194, il collegato alla Legge di Stabilità regionale 2017.

“Bisognava intervenire prima, come sosteniamo da mesi – commentano i tosiani - il morbo ormai si è diffuso a tal punto in Veneto che non ha nemmeno più senso verificare il numero dei focolai. Tra le cause che hanno portato a questa situazione emergenziale c’è la carenza di personale dei Servizi Veterinari nelle Ulss del Veneto, come avevamo già denunciato nelle nostre interrogazioni urgenti nei mesi scorsi e a cui stiamo ancora attendendo risposta dalla Giunta”.

“I veterinari dipendenti delle Asl in Veneto nel 2016 sono 347 – affermano i tosiani – meno di molte altre Regioni e quasi la metà rispetto alla Lombardia (dove sono 620). In Emilia Romagna sono 467, in Piemonte 427, in Campania 585, in Sardegna 362 e in Sicilia 406. Dati questi, forniti dal Sivemp in Commissione Sanità settimane fa. Questo sottorganico in Veneto è il motivo per cui ci troviamo oggi ad affrontare l’emergenza Blue Tongue che ha ormai superato i livelli di guardia, tanto da rendere inutili i controlli sui focolai. Il nostro emendamento prevede: “La Regione Veneto, a seguito della carenza conclamata di personale veterinario in dotazione presso le Ulss Venete e per tutelare il patrimonio zootecnico e l’agricoltura locale è autorizzata ad aumentare la dotazione organica del 30%. Le procedure concorsuali di assunzioni dovranno completarsi entro il 30 settembre del 2017”.

“Il Sindacato Italiano veterinari di medici pubblica, organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa della dirigenza medico veterinaria e dei veterinari convenzionati con il Ssn – ricordano i consiglieri –avevano segnalato mesi la sottovalutazione dei compiti di sanità pubblica veterinaria, l’indebolimento ormai giunto a livelli senza precedenti degli organici dei servizi veterinari, il declassamento e l’impoverimento di personale della struttura regionale dedicata. Non è più garantito il turnover e l’età media si sta drammaticamente alzando. A questo si sono aggiunte le attività di contrasto all’epidemia di blue tongue che sono ricadute su servizi sottodimensionati negli organici. Una mole di attività di sorveglianza e controlli ufficiali urgenti che andavano assicurati (per la loro natura solo ed esclusivamente dai veterinari pubblici delle Ulss) ma ha messo in gravissima difficoltà i servizi.

Due le interrogazioni depositate dai tosiani nei mesi scorsi: “La numero 312 – spiegano i consiglieri - che chiede lumi alla giunta regionale sui piani di controllo e dotazioni organiche territoriali dei dipartimenti di prevenzione delle Ulss Venete (vogliamo sapere il numero dei controlli annuali effettuati dall’area sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, le non conformità riscontrate negli ultimi due anni, quanti veterinari sono in servizio effettivo nelle Ulss, ecc…) e la numero 317 sul problema della blue tongue e del trend negativo delle vaccinazioni per capire come sia stata attivata la campagna informativa e di sensibilizzazione ai vaccini a persone e animali da parte della Regione e in quali tempi e modi sia stato applicato il piano di prevenzione”.

“L’assessore alla sanità ha continuato a sottovalutare il problema e questo è il risultato – concludono i quattro -. Si è purtroppo verificata una gestione inadeguata dell’emergenza che ora potrebbe avere conseguenze pesantissime per la zootecnia del Veneto, danni economici e sanitari. Chiediamo dunque l’assunzione di almeno 100 nuovi veterinari in tutto il Veneto”.

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