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Cronaca Centro storico / Via Cappello

Il Tocatì è finito, ma non le polemiche sull'eliminazione di Biblioteca Vivente

Per Amnesty International la cancellazione dell'evento è stata sbagliata perché così si "presta il fianco a discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere"

Domenica scorsa, 17 settembre, si è chiusa l'edizione numero 15 del Tocatì, che in quattro giorni ha riempito il centro storico di Verona di circa 250 mila partecipanti e ha riempito mass media e social network di interventi sulla scelta del Comune di cancellare uno dei tanti eventi del calendario del festival. L'appuntamento eliminato è stato quello promosso dalla Fondazione San Zeno nella biblioteca civica e intitolato "Biblioteca Vivente". Gli auditori della "biblioteca vivente" avrebbero potuto incontrare uomini e donne disponibili a raccontare le loro storie e sarebbe stato come leggere il libro della loro vita. Tra questi libri viventi ce n'erano però alcuni che trattavano di omosessualità in maniera distonica rispetto alla sensibilità della nuova amministrazione comunale e per questo l'evento è stato cancellato.

Una decisione che ha generato polemiche che ancora continuano, nonostante il Tocatì sia finito da qualche giorno. Nicola Dalla Pasqua, responsabile di Amnesty International per il Veneto e il Trentino Alto Adige, ad esempio ritiene sbagliata la scelta del sindaco Sboarina perché "presta il fianco a discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere, lede la libertà di espressione e il pluralismo delle idee, impedisce la libera fruizione di informazioni necessarie alla formazione di adulti e minori".

La decisione di annullare un evento che ha come scopo principale quello di raccontare la discriminazione partendo dal vissuto, è un atto incongruente perché di fatto discrimina chi vuole offrire una visione pluralistica, aperta, accogliente della società volta al pieno rispetto della persona - prosegue Dalla Pasqua - Ritenere che l'evento si configuri come promozione di una cultura contraria alla famiglia rappresenta la messa in atto di una discriminazione. Siamo lieti di apprendere che il sindaco Sboarina sia contrario alle discriminazioni, per qualsiasi categoria di persone. Ci auguriamo quindi che in futuro qualsiasi contesto sociale e culturale non venga utilizzato per promuovere una visione parziale e discriminatoria della società. 

C'è però anche chi sostiene sia stata giusta la scelta dell'amministrazione come il centro culturale L'Officina, che in una delle sue lettere politiche ha riferito che "il sindaco ha agito nell'interesse della città, e nel rispetto della sensibilità comune dei veronesi".

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