Solo pochi giorni era stata la filiale Unicredit di Asparetto, nel comune di Cerea, ad essere presa d'assalto dai malviventi. Questa volta però l'intervento dei carabinieri è arrivato giusto in tempo per impedire che un nuovo colpo venisse messo a segno: l'obiettivo stavolta era la Banca Popolare di Verona a Vallesse di Oppeano. 
L'allarme è stato lanciato da un cliente di un bar di Oppeano che intorno alle 2 della notte tra lunedì e martedì, ha visto un'auto di grossa cilindrata scura, con quattro persone a bordo dal volto coperto da un passamontagna, transitare per il paese in direzione di Vallese. Insospettito, il cittadino ha subito pensato di avvisare il 112, che ha inviato nella zona una pattuglia del Norm. Nel frattempo i banditi hanno raggiunto lo stabile di via Spinetti e si sono messi al lavoro per far saltare il bancomat: con i volti già coperti per non farsi riconoscere dalle telecamere di videosorveglianza, hanno scassinato la porta di sicurezza e posizionato la cosiddetta "marmotta", ossia un ordigno compatto e rudimentale composto da polvere pirica, idoneo ad entrare nella fessura dello sportello automatico e in grado di sventrarlo con la sua esplosione. Questo dopo aver sabotato l'impianto di illuminazione della strada per poter agire indisturbati. Ma i carabinieri appunto, erano già sulle loro tracce: così quando è scattato l'allarme della banca a causa della porta scassinata, gli uomini dell'Arma si sono diretti immediatamente verso via Spinetti. 
La banda però probabilmente era bene organizzata, così quando i militari sono arrivati sul posto non hanno trovato i criminali, fuggiti dopo aver lasciato il bancomat intero con l'esplosivo dentro: probabilmente un palo li ha avvertiti dell'arrivo delle forze dell'ordine e i quattro hanno quindi preferito non rischiare l'arresto. 
Presumibilmente i criminali si sono dileguati sfruttando la vicina entrata della Transpolesana, lasciando ai carabinieri qualcosa sui cui lavorare: oltre ai filmati delle telecamere,  che potrebbero aver colto alcuni importanti dettagli, i militari possono anche essaminare l'ordigno recuperato, sul quale potrebbero essere rinvenute impronte digitali o altri indizi utili. È possibile inotre che si tratti delle stesse persone che hanno messo a segno gli ultimi colpi a Cerea e San Bonifacio.